«Una fiala vale più dell’oro», truffa da oltre 2 milioni di euro: nei guai noto farmacista di Marano
Redazione InterNapoli – 18 marzo 2019
«Tutto parte da una serie di intercettazioni telefoniche e da una frase: una fiala vale più dell’oro», ripetono al telefono offrendo, nel 2014, le dimensioni di uno spunto investigativo che poi ha portato nel tempo a decine di arresti e retate. Ed è grazie a quelle intercettazioni telefoniche e all’attività investigativa dei Nas di Napoli, che furono smascherati i nuovi trafficanti di farmaci.
Farmacisti, informatori scientifici, ingegneri informatici, consulenti finanziari avevano creato un sistema per eludere il fisco e per raggirare il Servizio Sanitario Nazionale. Ma le indagini come tutti sanno non si fermano mai. E così ieri mattina il noto farmacista Antonello Celentano, titolare di ben 6 farmacie dislocate nei comuni di Marano, Pompei, Boscoreale, Sant’Anastasia, Ascea e Salerno città, è stato raggiunto da un un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, firmata dal GIP presso il Tribunale di Torre Annunziata.
Celentano, 48 anni originario di Boscoreale ma residente a Napoli, è ritenuto gravemente indiziato di reati di ricettazione e riciclaggio di medicinali provento di furti e rapine, perpetrati in danno di distributori, grossisti e vettori, nonché ad un decreto di sequestro preventivo di somme pari a circa 2.300.000 euro, quale profitto di numerosi reati di natura fiscale.
L’indagine – spiega in una nota il Procuratore di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico, ha consentito di svelare un sistema capillare mediante il quale venivano convogliati, principalmente, farmaci ospedalieri e ad “alto costo”, con grave danno per il Servizio Sanitario Nazionale e l’imposizione fiscale, connotato, in particolar modo, da operazioni volte alla immissione su mercati esteri di farmaci oggetto di furto>.
L’attività investigativa ha avuto origine dalle verifiche eseguite, da parte della Polizia Giudiziaria, a partire dagli inizi del 2014, presso una farmacia di Boscoreale, convenzionata con l’Asl Napoli Sud ed un deposito all’ingrosso di specialità medicinali, al cui interno sono state rinvenute e sequestrate migliaia di confezioni di farmaci risultate provenienti da alcune rapine effettuate in precedenza nei comuni di Livorno e di Cerignola.
Le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno permesso di scoprire come venivano reperiti i farmaci rubati e come era possibile metterli nuovamente in vendita, evadendo l’Iva e, secondo l’accusa, truffando il sistema sanitario e l’Asl Napoli 3 Sud per milioni di euro.
<Il successivo approfondimento investigativo – continua il Procuratore Pennasilico – ha disvelato, infine, un illecito sistema di approvvigionamento di farmaci -provenienti dalla commissione di delitti- da parte del farmacista destinatario dalla misura cautelare, nonché l’evasione delle imposte sul valore aggiunto, mediante la falsa rappresentazione di scritture contabili delle società dallo stesso gestite, con la reiterata perpetrazione di truffe a carico dell’Asl mediante l’utilizzo di ricette mediche provento di furto>.
Un mercato nero quello ideato da Celentano e company, che hanno arricchito le tasche di molti colletti bianchi a danno degli ammalati, del fisco e del Servizio Sanitario Nazionale. Ma la parola fine è stata messa dalla Procura Oplontina e dai Nas del maggiore Gennaro Tiano e dal Nucleo Antifrode dell’Agenzia delle Dogane di Napoli.
Il comunicato dei NAS del 18 marzo 2019
Carabinieri NAS Napoli: indagini su medicinali ospedalieri ad alto costo, famacista arrestato
Nel corso della mattinata, a seguito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, i Carabinieri del N.A.S. di Napoli e personale dell’Agenzia delle Dogane di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Torre Annunziata, nei confronti di un 48enne, attualmente residente a Napoli, ritenuto gravemente indiziato di reati di ricettazione e riciclaggio di medicinali provento di furti e rapine perpetrati in danno di distributori, grossisti e vettori, nonché ad un decreto di sequestro preventivo di somme pari a circa 2.300.000,00 euro, quale profitto di numerosi reati di natura fiscale.
L’indagine ha consentito di svelare un sistema capillare mediante il quale venivano convogliati, principalmente, farmaci ospedalieri e ad “alto costo” con grave pregiudizio per il Servizio Sanitario Nazionale e l’imposizione fiscale, connotato, in particolar modo, da operazioni volte alla immissione su mercati esteri di farmaci oggetto di furto.
L’attività investigativa ha avuto origine dalle verifiche eseguite, da parte della Polizia Giudiziaria, a partire dagli inizi del 2014, presso una farmacia convenzionata con l’A.S.L. NAPOLI 3 SUD ed un deposito all’ingrosso di specialità medicinali, al cui interno sono state rinvenute e sequestrate migliaia di confezioni di farmaci risultate provenienti da alcune rapine effettuate in precedenza nei comuni di Livorno e di Cerignola (FG).
Il successivo approfondimento investigativo ha disvelato, infine, un illecito sistema di approvvigionamento di farmaci -provenienti dalla commissione di delitti- da parte del farmacista attinto dalla misura cautelare nonché l’evasione delle imposte sul valore aggiunto, mediante la falsa rappresentazione di scritture contabili delle società dallo stesso gestite, con la reiterata perpetrazione di truffe a carico dell’A.S.L. NAPOLI 3 SUD mediante l’utilizzo di ricette mediche provento di furto.
L’articolo “«Una fiala vale più dell’oro», truffa da oltre 2 milioni di euro: nei guai noto farmacista di Marano” è del 18 marzo 20019. Fra le persone coinvolte in un sistema per eludere il fisco e per raggirare il SSN vengono citati, con nostro stupore, anche gli Informatori Scientifici (ISF).
Il nostro stupore e perplessità nasce da almeno due considerazioni: 1) dato il tipo di reato è improbabile che sia coinvolto qualche ISF perché non è quello il suo ambiente di lavoro (non ha attività di vendita); 2) può capitare, come in tutte le categorie, che qualcuno venga accusato di fatti illeciti, ma in tutti i procedimenti in cui sono stati coinvolti gli ISF, solo nell’1% dei casi sono stati condannati, il più delle volte si confondono gli ISF con altre figure.
Per verificare abbiamo cercato conferma in articoli di altre testate che riportavano la notizia e in nessuna di esse venivano nominati gli ISF. Abbiamo allora consultato il comunicato ufficiale dei Carabinieri dei NAS pubblicato sul sito del Ministero della Salute e nemmeno in questo caso vengono citati degli ISF coinvolti. Non contenti abbiamo contattato direttamente i Carabinieri dei NAS di Napoli i quali hanno escluso nel modo più assoluto di aver parlato di ISF.
I NAS hanno specificato di aver parlato del farmacista implicato: tutti gli altri citati sono solo elucubrazioni mentali, forse ricordando l’illecito alla Fondazione Pascale di qualche anno fa nella quale veniva indicato, quale corruttore, un ISF. In realtà il presunto corruttore non era un ISF che, per legge, deve dipendere dal “Servizio Scientifico”, ma un Key Account Manager (KAM), che dipende dal marketing con il compito di trattare le vendite.
Truffa farmacista, arriva il chiarimento della Federazione Informatori scientifici
Dopo il nostro l’articolo dal titolo “Una Fiala vale più dell’oro” truffa di oltre 2 milioni di euro: nei guai noto farmacista, pubblicato lo scorso 18 marzo, il Presidente Nazionale della Federazione Informatori scientifici (Fedaiisf), ha tenuto a precisare che:
“Fra le persone coinvolte in un sistema per eludere il fisco e per raggirare il SSN vengono citati, con nostro stupore, anche gli Informatori Scientifici (ISF). Il nostro stupore e perplessità nasce da almeno due considerazioni: dato il tipo di reato è improbabile che sia coinvolto qualche informatore perché non è quello il suo ambiente di lavoro (non ha attività di vendita). Può capitare, come in tutte le categorie, che qualcuno venga accusato di fatti illeciti, ma di tutti i procedimenti in cui sono stati coinvolti gli informatori, solo nell’1% dei casi sono stati condannati, il più delle volte si confondono gli informatori con altre figure.
Per verificare abbiamo cercato conferma in articoli di altre testate che riportavano la notizia e in nessuna di esse venivano nominati gli ISF. Abbiamo allora consultato il comunicato ufficiale dei Carabinieri dei NAS, pubblicato sul sito del Ministero della Salute e nemmeno in questo caso vengono citati degli ISF coinvolti. I NAS hanno specificato di aver parlato solo del farmacista.
Forse Lei ha ricordato l’illecito alla Fondazione Pascale nella quale veniva indicato, quale corruttore, un informatore scientifico. In realtà il presunto corruttore non era un informatore che, per legge, deve dipendere dal “Servizio Scientifico”, ma un “Key Account Manager” (KAM), che dipende dal marketing con il compito di trattare le vendite.
Pertanto, ai sensi dell’art. 8 della legge sulla stampa (legge n. 47/1948), le chiediamo di pubblicare sulle vostre pagine la rettifica in merito all’articolo “«Una fiala vale più dell’oro», truffa da oltre 2 milioni di euro: nei guai noto farmacista di Marano”, specificando che gli Informatori Scientifici del Farmaco (ISF) sono totalmente estranei al fatto, collocando la rettifica almeno nella stessa pagina del giornale che ha riportato la notizia a cui ci riferiamo.
Cordiali saluti Antonio Mazzarella
Presidente Nazionale FEDAIISF
Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco
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di Angelo Covino
«Tutto parte da una serie di intercettazioni telefoniche e da una frase: una fiala vale più dell’oro», ripetono al telefono offrendo, nel 2014, le dimensioni di uno spunto investigativo che poi ha portato nel tempo a decine di arresti e retate. Ed è grazie a quelle intercettazioni telefoniche e all’attività investigativa dei Nas di Napoli, che furono smascherati i nuovi trafficanti di farmaci.
Farmacisti, informatori scientifici, ingegneri informatici, consulenti finanziari avevano creato un sistema per eludere il fisco e per raggirare il Servizio Sanitario Nazionale. Ma le indagini come tutti sanno non si fermano mai. E così ieri mattina il noto farmacista Antonello Celentano, titolare di ben 6 farmacie dislocate nei comuni di Marano, Pompei, Boscoreale, Sant’Anastasia, Ascea e Salerno città, è stato raggiunto da un un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, firmata dal GIP presso il Tribunale di Torre Annunziata.
Celentano, 48 anni originario di Boscoreale ma residente a Napoli, è ritenuto gravemente indiziato di reati di ricettazione e riciclaggio di medicinali provento di furti e rapine, perpetrati in danno di distributori, grossisti e vettori, nonché ad un decreto di sequestro preventivo di somme pari a circa 2.300.000 euro, quale profitto di numerosi reati di natura fiscale.
L’indagine – spiega in una nota il Procuratore di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico, ha consentito di svelare un sistema capillare mediante il quale venivano convogliati, principalmente, farmaci ospedalieri e ad “alto costo”, con grave danno per il Servizio Sanitario Nazionale e l’imposizione fiscale, connotato, in particolar modo, da operazioni volte alla immissione su mercati esteri di farmaci oggetto di furto>.
L’attività investigativa ha avuto origine dalle verifiche eseguite, da parte della Polizia Giudiziaria, a partire dagli inizi del 2014, presso una farmacia di Boscoreale, convenzionata con l’Asl Napoli Sud ed un deposito all’ingrosso di specialità medicinali, al cui interno sono state rinvenute e sequestrate migliaia di confezioni di farmaci risultate provenienti da alcune rapine effettuate in precedenza nei comuni di Livorno e di Cerignola.
Le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno permesso di scoprire come venivano reperiti i farmaci rubati e come era possibile metterli nuovamente in vendita, evadendo l’Iva e, secondo l’accusa, truffando il sistema sanitario e l’Asl Napoli 3 Sud per milioni di euro.
<Il successivo approfondimento investigativo – continua il Procuratore Pennasilico – ha disvelato, infine, un illecito sistema di approvvigionamento di farmaci -provenienti dalla commissione di delitti- da parte del farmacista destinatario dalla misura cautelare, nonché l’evasione delle imposte sul valore aggiunto, mediante la falsa rappresentazione di scritture contabili delle società dallo stesso gestite, con la reiterata perpetrazione di truffe a carico dell’Asl mediante l’utilizzo di ricette mediche provento di furto>.
Un mercato nero quello ideato da Celentano e company, che hanno arricchito le tasche di molti colletti bianchi a danno degli ammalati, del fisco e del Servizio Sanitario Nazionale. Ma la parola fine è stata messa dalla Procura Oplontina e dai Nas del maggiore Gennaro Tiano e dal Nucleo Antifrode dell’Agenzia delle Dogane di Napoli.