Guido Filippi | GENOVA | 15 settembre 2014 | IL SECOLO XIX
Genova – Un rapporto di quattro pagine alla Corte dei Conti con i nomi di otto medici di famiglia, le contestazioni e la richiesta di risarcimento: almeno 40 mila euro, ma il messaggio è molto chiaro: i medici che prescrivono troppi confezioni di farmaci, oppure medicine non appropriate per una terapia, devono mettere mano al portafogli per i loro errori. Si tratta nella maggior parte dei casi di farmaci per l’ipertensione, l’ulcera e il colesterolo che, tra l’altro, sono abbastanza costosi.
Una linea dura in vigore da oltre un anno alla Asl 3, ma anche nelle altre Asl liguri, per risparmiare sulla spesa farmaceutica ed evitare gli sprechi. Prima dell’estate è arrivato l’ennesimo giro di vite: i mutualisti, a cui era stato presentato il conto con una trattenuta sullo stipendio, si sono ribellati e hanno fatto partire la diffida (firmata dall’avvocato Alessandro Lanata che assiste l’Ordine dei medici di Genova) e la reazione dei vertici della Asl genovese è stata altrettanto dura.
La pratica è stata inviata alla procura della Corte dei conti che ha aperto un’inchiesta per danno erariale e, nel giro di qualche mese, presenterà la stangata che potrebbe essere anche superiore alla cifra richiesta per le iper-prescrizioni, se ai medici di famiglia dovesse venire contestato anche il danno d’immagine.
Nell’ultimo anno sono stati almeno un’ottantina i mutualisti che sono finiti nei pasticci per le ricette sbagliate, e quando sono stati convocati negli uffici della Asl 3, in via Bertani, hanno dovuto rispondere delle contestazioni, ma la procedura prevede un secondo passaggio: una commissione, di cui fa parte anche un rappresentante dei medici di famiglia, valuta la pratica e decide l’eventuale sanzione.
Il caso più clamoroso è quello di un medico che ha lo studio in centro e più di mille assistiti: è stato condannato a risarcire 18 mila euro per irregolarità nella prescrizione delle medicine. Ad altri due è stato presentato un conto di 3 mila euro, mentre le ultime cinque richieste oscillano tra i 2 mila e i 500 euro.
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Autore: Redazione | 16 set 2014 17:21 | TELESTENSE.IT
I ferraresi primi in Emilia-Romagna per consumo di farmaci. Nella provincia estense le dosi di farmaci, in dodici anni, sono aumentate del 38%. E il rischio è che diventino dannosi. Per questo le due aziende sanitarie, A.Usl e S.Anna, stanno organizzando una campagna di sensibilizzazione indirizzata sia ai cittadini che a medici e specialisti che prescrivono farmaci.
Il farmaco è un bene prezioso ma anche possibile causa di eventi avversi oppure dannosi. Parte da qui la nuova campagna interaziendale di A.Usl e S.Anna per cercare di sensibilizzare il ferraresi all’uso e al consumo di farmaci che, per quanto riguarda la provincia estense, registra numeri preoccupanti: secondo i dati regionali ogni ferrarese, ogni anno, assume il 9% in più di dosi di farmaci rispetto alla media emiliano-romagnola. Una percentuale che si alza al 13% rispetto a provincie come Parma e Reggio Emilia. Non solo. Dal 2002 al 2014, quindi in soli dodici anni, il numero di dosi di farmaci che ogni ferrarese assume è aumentata del 38%.
Dopo la scoperta di paziente ferrarese che prendeva 25 farmaci al giorno, l’azienda sanitaria territoriale ha individuato, sulla provincia estense, la presenza di 200 persone che prendono più di 15 farmaci al giorno. Situazioni che si registrano sopratutto negli over 65, più soggetti ad avere patologie croniche: pressione alta, diabete, malattie cardiologiche ed infiammatorie. La concomitanza di più patologie porta ad assumere più farmaci e, di conseguenza, ad aumentare i rischi di tossicità. A volte medici e specialisti che devono prescrivere una terapia non conoscono l’intera ‘storia’ clinica del paziente. Il consiglio è semplice: quando ci si reca dal medico di medicina generale bisogna informarlo delle terapie prescritte dallo specialista, e quando si va dallo specialista portare con se la lista dei farmaci che si stanno assumendo in quel momento.