L’India è vittima di un nuovo «colonialismo farmaceutico»: il quotidiano britannico The Independent accusa le aziende farmaceutiche occidentali di sfruttare al massimo la scarsa regolamentazione esistente nel Paese per condurvi studi clinici a basso costo. Dal 2005, anno in cui vennero abrogate molte delle restrizioni sugli studi clinici dei farmaci, almeno 150mila persone sono coinvolte in circa 1.600 test, per un giro d’affari valutato in oltre 200 milioni di euro: tra il 2007 e il 2010 tuttavia 1.730 persone hanno perso la vita durante o subito dopo gli studi; sebbene la maggior parte fossero comunque malate gravemente (e per questo scelte per i test clinici) non sempre le complicazioni indotte dai nuovi farmaci vengono poi adeguatamente investigate. Inoltre, non pochi studi vengono effettuati su persone povere o analfabete senza che queste diano il loro consenso informato; vi sarebbe anzi una vera e propria industria per il reclutamento di «cavie umane».
15 novembre 2011 Il Giornale.it