«Si era parlato di possibili modifiche invece c’è stato un arroccamento, non abbiamo apprezzato questo modo di procedere del ministro Balduzzi» si può riassumere in questa posizione del capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri la delusione di molti senatori della maggioranza che non hanno votato la fiducia al decreto. Così Ignazio Marino: «Non posso votare una riforma della sanità a costo zero. Una riforma in cui si garantisce per le! gge ai cittadini ciò che non si può mantenere: questo decreto, infatti, non stanzia un euro per l’apertura di ambulatori medici 24 ore al giorno 365 giorni all’anno, rendendo fin dall’inizio questa auspicabile innovazione lettera morta». Ai senatori delusi il ministro ha promesso che tutti i correttivi ipotizzati potranno trovare applicazione nel Ddl omnibus dell’ex ministro della salute Ferruccio Fazio.
Lo stesso Balduzzi, in un’intervista al Sole 24 Ore, è poi tornato a parlare di riforma dei ticket e Patto per la salute come prossime capitoli da affrontare. Per i primi, l’ipotesi di lavoro pare ruotare intorno a un modello con una franchigia fissata al 3 per mille del reddito, oltre la quale i servizi diventerebbero tutti a carico della sanità pubblica. Tradotto, significa una compartecipazione di 30 euro per un pensionato con 10 mila euro di reddito, di 120 euro per un lavoratore con 40 mila euro di reddito, di 300 euro in per! un professionista con 100.000 euro di reddito. Il Patto per la Salute , come ipotizzato dallo stesso ministro alcune settimane fa, poteva trovare posto già nella legge di stabilità ma, ha precisato, «non necessariamente» perché «il veicolo legislativo può essere deciso anche nel 2013, visto che la riforma scatterà nel 2014».
Riforma dei ticket e Patto restano però una doppia partita tutta in salita, visto che non più tardi di qualche settimana fa le Regioni, per bocca del presidente della Conferenza Vasco Errani, si sono dette preoccupate per il contraccolpo della legge di stabilità «su sanità, istruzione e servizi sociali», perché i nuovi tagli rischiano di compromettere la possibilità di erogare servizi. Tanto che l’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, Carlo Lusenti, ha detto che non sarà possibile arrivare alla firma del Patto della Salute per via di questi interventi, che si sommano tra l’altro alle manovre di tremontiana memoria, ma anche al Salva-Italia e alla Spending review che hanno ripetutamente ‘sforbiciato’ i fondi per la sanità. Il ministro però sente la responsabilità di cercare di arrivare a un risultato e ribadisce che «il Patto è la cornice che tiene il tutto, senza il Ssn sarebbe più debole». «Farò di tutto fino all’ultimo giorno del mio mandato – promette – per superare gli ostacoli che lo bloccano».
5 novembre 2012 – DoctorNews
Balduzzi: incontro con sindacati non sarà l’unico