In relazione alle dichiarazioni del Presidente della Federazione Internazionale del farmaco Carmen Peῆa, riportate da Il Giornale, circa la propria contrarietà alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C con obbligo di ricetta pagati direttamente dai cittadini, rileviamo la completa disinformazione di chi le ha rilasciate.
Non esistono, come afferma Peῆa problemi di ordine etico, in quanto a dispensare il farmaco è un professionista laureato ed abilitato, come in farmacia, che quegli obblighi etici a cui si fa riferimento è obbligato a sottostare.
Non esistono problemi di ordine sanitario per la sicurezza dei cittadini perché i farmaci oggetto della discussione in Senato sono prescritti da un medico, ed in quanto tali sottostanno a domanda “anelastica”, ovvero non sono ne oggetto di abuso ne d’iperconsumo.
Alla presidentessa consigliamo di approfondire meglio certe tematiche prima di rilasciare dichiarazioni a difesa di privilegi medioevali. Al sindacato dei titolari di farmacia italiani di aggiornare con più oculatezza i propri partner difensori dello status quo.
Alla Federazione internazionale del farmaco suggeriamo di fare studi più accurati rispetto alle norme sulla distribuzione dei farmaci, si potrebbero evitare brutte figure a livello internazionale.
Nessun motivo valido osta alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C e di questo se ne è accorta anche Federfarma che non soddisfatta di come procede la campagna di disinformazione va cercando appoggi fuori dei confini nazionali.
La liberalizzazione dei farmaci di fascia C è una occasione per l’economia del Paese, occasione di crescita economica finalizzata a creare nuovi posti di lavoro e nuove aziende. Con questa riforma equità ed uguaglianza di opportunità potranno finalmente entrare in una delle categorie, quella dei farmacisti, ancorata a vecchi privilegi e rendite di posizione.
fonte: MNLF