I medici convenzionati che prescrivono esami o visite specialistiche su ricetta bianca anziché rossa rischiano di essere accusati dalle Finanze di danno erariale. E’ l’ultima tegola che, in tema di ricette, piove sul capo di medici di famiglia e affini. Tutto nasce dall’ultima infornata di ticket varata più o meno controvoglia dalle Regioni in base a quanto prevedeva la Manovra di luglio: anche per colpa dei balzelli che alcune amministrazioni avevano già adottato per conto proprio, le nuove compartecipazioni hanno finito per spingere molti assistiti verso la sanità privata, in alcune prestazioni più conveniente di quella pubblica. E così, sempre più spesso i medici di famiglia si sentono chiedere la prescrizione di esami o visite diagnostiche su ricetta bianca anziché rossa. In Veneto, tuttavia, una circolare diffusa dalla Regione nei giorni scorsi ha messo sull’avviso generalisti e convenzionati. «La nota» spiega Domenico Crisarà, vicesegretario regionale della Fimmg «fa riferimento a un’interpretazione di qualche mese fa dell’Agenzia delle entrate: per le Finanze i ticket non sono una compartecipazione ma una tassa di scopo, quindi il medico che prescrive su ricetta bianca una prestazione erogata dal Ssn rischia di essere perseguito per danno erariale». La Regione Veneto, che a luglio si era opposta ai nuovi ticket, è stata la prima a segnalare la questione ai propri Mmg ma l’avvertimento dell’Agenzia delle entrate vale per tutti i prescrittori, dalle Alpi fino alla Sicilia. Ed ecco allora il dilemma: rispettare il diktat delle Finanze o fare gli interessi del paziente? Per Fimmg la soluzione è semplice: «Ai nostri medici» prosegue Crisarà «abbiamo dato il consiglio di prescrivere sempre su ricetta rossa. Se poi l’assistito vuole pagare evitare il ticket, può recarsi in una struttura privata con quella ricetta e ricevere la prestazione a pagamento».
2 dicembre 2011 – DoctorNews