Anche il settore farmaceutico ha risentendo della recente volatilità. Infatti, l’indice Msci dedicato al comparto ha perso nell’ultimo mese il 6,5% (dati al 29 agosto). Decisamente meglio dell’Msci World, che ha lasciato per strada il 10,3% in agosto.
Costi crescenti Uno dei problemi principali dei paesi occidentali è rappresentato dal deficit di bilancio. Per ridurlo si possono alzare le tasse, diminuire le spese; o meglio ancora fare entrambe le cose. La voce di spesa principale è quasi sempre quella sanitaria. Basti pensare che secondo il CBO (Congressional Budget Office) statunitense, la spesa per la sanità è passata dal 4,8% del Pil nel 1960 al 16,5% nel 2009. Nonostante i tentativi dei governi europei e non solo di effettuare tagli generalizzati per migliorare la situazione fiscale, è difficile pensare che questi potranno interessare pesantemente il settore sanitario.
Questo avviene per diverse ragioni: i farmaci e i trattamenti sanitari diventano più cari col passare del tempo, in quanto sono più efficaci e necessitano di una tecnologia più avanzata; senza dimenticare che per la propria salute le persone non sono disposte a sacrificare la qualità per un prezzo minore, come invece capita per altri beni o servizi. Poi c’è il tema dell’invecchiamento della popolazione. Il trend demografico che interessa tutti i paesi sviluppati porta ad un aumento dei costi legati alla sanità.
Opportunità nella sanità animale Il sottosettore dell’Healthcare dedicato agli animali viene spesso snobbato dagli investitori, ma secondo David Krempa, analista di Morningstar, è sottovalutato e potrebbe quindi regalare delle soddisfazioni. Probabilmente, il poco interesse è causato dalla piccola dimensione del comparto e dalla bassa trasparenza delle società che operano nel campo, il che le rende di difficile analisi. “Tuttavia, pensiamo che questo sottoinsieme vivrà una crescita dei ricavi”, afferma Krempa in una recente nota. “Grazie alla crescita nella domanda di farmaci e trattamenti per animali e contemporaneamente alla scadenza di alcuni brevetti relativi a farmaci per umani, ci aspettiamo che nel 2015 il 7% delle vendite totali del settore farmaceutico deriverà dai prodotti per animali, contro il 5% del 2010”.
Inserire nel portafoglio una posizione di questo tipo potrebbe anche portare più stabilità, in quanto le aziende che hanno prodotti farmaceutici per animali risultano molto meno volatili rispetto a quelle che trattano prodotti per esseri umani. Il motivo è semplice: i prodotti per animali richiedono meno capitale, meno ricerca, meno tempo e hanno un processo di approvazione più snello.
30 Agosto 2011