Il gruppo farmaceutico Menarini ha firmato un accordo aziendale con i sindacati di categoria che fissa due
Unico punto fermo è che si tratti di un luogo privato, comunque ben connesso e che garantisca la necessaria riservatezza.
Uno degli obiettivi dell’accordo, oltre all’efficienza aziendale, è quello di dare ai dipendenti – potranno usufruirne circa 1.500 sui complessivi 3.000 della sede fiorentina – la possibilità di godere del weekend in famiglia consentendo a chi lavora lontano da casa una maggiore flessibilità negli spostamenti. Ma non solo. Anche quello di garantire una maggiore qualità della vita a tutti dal momento che i dipendenti di Menarini quel venerdì potranno lavorarlo da luogo che preferiscono. Una casa al mare, per esempio.
«La decisione di scegliere il venerdì come giorno fisso per lo smart working – dice Massimo Galeazzi, direttore delle risorse umane del gruppo – è nato per dare una risposta concreta in termini di sostenibilità e chiaramente è un’opportunità che garantisce una migliore qualità della vita per i nostri dipendenti. Da parte dell’azienda questo modello sperimentale è una grande apertura e un’attestazione di fiducia riconosciuta ai dipendenti che già durante la pandemia hanno dimostrato di meritarla».
A poter usufruire dello smart working saranno tutti i dipendenti fatta eccezione per gli esterni e per i
L’accordo scadrà il 30 giugno 2023 e sarà rinnovato tacitamente almeno che azienda o sindacati non ritengano di rivederlo. Se la gran parte del personale potrà contare su due giorni, c’è anche chi avrà l’opportunità di allungare lo smart working.
«Un risultato innovativo rispetto al panorama delle aziende fiorentine – commenta Mirko Zacchei della Femca Cisl – non per i giorni di smart working pratica che viene utilizzata nella gran parte delle grandi aziende ma per il giorno fisso che aiuta molto i lavoratori e le loro famiglie nella gestione del proprio tempo. Inoltre è stata prevista anche la possibilità che l’azienda valuti situazioni specifiche per il rientro della maternità nel caso di richieste di svolgere le proprie mansioni in smart working e per il personale domiciliato a una distanza superiore agli 80 chilometri dalla sede».
(riassunto da il Tirreno Firenze)
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