Palazzo di Giustizia di Firenze – Al via la prima udienza preliminare del processo contro Menarini Farmaceutica, tra i soggetti che si sono costituiti parte civile anche alcune Aziende sanitarie locali.
Si parla di un danno di milioni di euro per quella che sarebbe una colossale truffa ai danni dello Stato con quasi 100mila pagine di atti e documenti raccolti negli ultimi anni. L’accusa rivolta al patron Alberto Sergio Aleotti è quella di aver truffato le aziende sanitarie per 20 anni con una maggiorazione dei prezzi dei principi attivi. Accusati sono anche Lucia e Giovanni: per riciclaggio ed evasione fiscale.
Secondo la logica che ha guidato gli inquirenti Menarini avrebbe praticato un sistema di passaggi fittizi tra varie società ad hoc che acquistavano e rivendevano il principio attivo che aumentava così di valore.
In merito all’udienza tenutasi in data odierna, il collegio difensivo di Alberto Aleotti, dichiara quanto segue: “Riteniamo doverosa la decisione del Gup di valutare lo stato di salute e la capacità processuale del dott. Alberto Aleotti, attraverso la nomina di un collegio di qualificati specialisti medici del tribunale. Per parte nostra, nonostante le ipotesi accusatorie risalgano a episodi di quasi 30 anni fa, siamo in grado di dimostrare, farmaco per farmaco e prezzo per prezzo, l’assoluta insussistenza di qualsiasi truffa e, quindi, di qualunque tipo di danno."
Cronostoria giudiziaria: "Il 14 febbraio 1994, l’allora amministratore unico del gruppo Menarini, Alberto Aleotti venne arrestato nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria per aver versato al direttore generale del Servizio Farmaceutico Nazionale Duilio Poggiolini la somma di 800 milioni di lire nel periodo 1982 – 1988 per favorire le pratiche di commercializzazione di prodotti farmaceutici della sua azienda; Aleotti ottenne il patteggiamento in merito all’accusa di corruzione.
Nel 2003 l’azienda è stata multata (assieme ad altre quattro compagnie farmaceutiche) per un totale di 30,5 milioni di euro da parte dell’Antitrust per aver realizzato un "cartello" sui prezzi dei test per la rilevazione del diabete a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Nell’agosto 2010, le autorità giudiziarie italiane hanno accertato la presenza in Liechtenstein di fondi oggetto di indagine per evasione fiscale, pari a 476 milioni di euro, di proprietà del titolare del gruppo Alberto Aleotti. Il 25 ottobre 2010 la Procura di Firenze ha ottenuto il sequestro di denaro e beni per oltre un miliardo di euro di proprietà della casa farmaceutica nell’ambito di un’inchiesta sui vertici dell’azienda finalizzata ad accertare i reati di associazione a delinquere, riciclaggio, truffa aggravata e violazioni fiscali relative al quinquennio 2004 – 2009 (per la quale l’Agenzia delle entrate toscana ha richiesto ad Alberto Aleotti una cifra pari a 3 miliardi di euro); è contestata inoltre l’importazione illecita dalla Cina di principi farmacologici attivi. Nell’inchiesta viene coinvolto anche il Senatore Cesare Cursi (all’epoca sottosegretario alla salute), indiziato del reato di corruzione per aver favorito il gruppo farmaceutico in cambio di un lavoro editoriale per la casa editrice della moglie. Il Tribunale del riesame di Firenze riduce il sequestro, il 16 novembre 2011, alla somma di 84,7 milioni di euro. Il 23 novembre 2011, su ordine del Gip del Tribunale di Firenze, il nucleo dei Carabinieri del Nas di Firenze procede al sequestro preventivo di un ulteriore somma di euro 1.120.493.537,53 a carico di Sergio Aleo