Roma, 26 mag. (Adnkronos Salute) – Continua a crescere il numero dei congressi. L’Europa è una calamita, e l’Italia è ancora nella top ten delle mete scelte. Se le scienze mediche sono ‘regine’ in questo campo per numero di eventi, cresce il settore tecnologico. Ma in questi anni il morso della crisi si è comunque fatto sentire: i meeting sono diventati più brevi – da 6,3 giorni negli anni ’60 a 3,8 nel 2008-12 – e piccoli: da 1.253 partecipanti negli anni ’60 a 428 nel 2008-12. E’ quanto emerge dallo studio ‘Domanda associativa: caratteristiche e tendenze oggi’ realizzato da Meeting Consultants per il Convention Bureau della Riviera di Rimini.
In ogni caso, a conti fatti il settore ‘tiene botta’: negli ultimi 25 anni il fatturato è sempre cresciuto: da 18,8 miliardi di dollari nel periodo 1993-1997 a 56,4 miliardi nel periodo 2008-2012. Appare chiaro, tuttavia, un trend verso “il contenimento della spesa: riduzione dei servizi collaterali, tagli di budget nelle aree operative, negoziazione e richieste sempre crescenti da parte della clientela. Risultato, scende la spesa media complessiva per congresso rispetto agli anni ’90: 1.028,027 dollari nel periodo 2008-2012 contro 1.114.637 dollari nel periodo 1993-1997”.
L’Europa attrae il numero maggiore di congressi associativi internazionali: il 54% nel quinquennio 2008-2012. Negli ultimi 50 anni, inoltre, l’Italia è sempre stata tra le prime 10 nazioni che ospitano congressi associativi internazionali.