I medici ucraini, professionisti sanitari e OSS, dal 22 marzo 2022 potranno esercitare liberamente in Italia fino al 4 marzo 2023.
La deroga è stata introdotta Decreto Energia (“Decreto Ucraina bis”) che consente, in via eccezionale, l’esercizio temporaneo sul territorio nazionale delle qualifiche professionali sanitarie ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra.
Grazie all’articolo 34 del Decreto Energia arriva la possibilità per i medici ucraini di esercitare in Italia, presso strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private. La possibilità è aperta anche a coloro che svolgono una professione sanitaria o da operatore socio sanitario, in base a una qualifica professionale conseguita all’estero. L’importante è che gli interessati siano residenti in Ucraina da prima del 24 febbraio 2022, data di inizio del conflitto.
esercitare in Italia liberamente, il Governo ha previsto una sospensione temporanea degli articoli 49 e 50 del Regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e delle disposizioni di cui al Decreto Legislativo 9 novembre 2007, n. 206.
Grazie a questa deroga, in vigore dal 22 marzo, ovvero data successiva alla pubblicazione del Decreto Energia in Gazzetta, i medici e i professionisti della sanità ucraini potranno esercitare senza adempiere agli obblighi previsti per l’esercizio della professione in un Paese estero, ovvero:
- in merito a quanto stabilito dal DPR 394 del 31 agosto 1999, i cittadini ucraini che avrebbero voluto esercitare la professione medica o sanitaria in Italia, avrebbero dovuto essere iscritti all’albo competente nel nostro Paese. Prevista, in via eccezionale, anche l’esclusione dall’iscrizione degli elenchi speciali e relativi test sulla conoscenza della lingua;
- i medici e professionisti della sanità ucraini che intendono esercitare in Italia non dovranno neppure seguire la pratica per il riconoscimento dei titoli prevista dal Decreto Legislativo 9 novembre 2007, n. 206. Per il settore sanità, in particolare, l’ingresso in Italia per esercitare attività di lavoro autonomo o subordinato s è condizionato al ricooscimento del titolo di studio effettuato dal Ministero competente.
Fonte “Ti consiglio” – 24 marzo 2022
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Medici ucraini in corsia e negli studi, Anelli (FNOMCeO): “Provvedimento di forte significato simbolico, segno importante di civiltà. Aiuteranno a curare meglio i profughi che non parlano la nostra lingua”
FNOMCeO – comunicato 24 marzo 2022
“Un provvedimento che ha una sua simbologia, un suo significato simbolico, perché il rispetto della dignità umana e professionale è un segno importante di civiltà del nostro paese”.
Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commenta ai microfoni di FNOMCeO Tg Sanità l’entrata in vigore del decreto-legge n. 21 del 21 marzo 2022, recante “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”, che permette, tra l’altro, ai professionisti sanitari residenti in Ucraina prima dell’inizio del conflitto di esercitare in Italia in via temporanea, sino al 4 marzo 2023.
“Siamo grati al Governo per aver previsto, proprio per il rispetto che si deve alla dignità umana, la possibilità anche per i professionisti sanitari che arrivano in Italia di poter svolgere qui la loro attività – continua -. Questo ci può essere utile nei confronti dei profughi ucraini che non parlano la nostra lingua e che potranno essere anche visitati o curati dai loro medici, qualora ne arrivassero”.
“Ringrazio – aggiunge – tutti i colleghi italiani che si sono messi a disposizione: sono veramente tanti, in tutto il paese, i professionisti che hanno dato la loro disponibilità a seguire e a curare i profughi provenienti dall’Ucraina, anche sotto l’aspetto dell’accoglienza”.
“Ringrazio anche tutti i presidenti degli Ordini – conclude Anelli – che hanno consentito operazioni di grande umanità nei confronti dei profughi, che portano su di loro i segni atroci della guerra. Anche qui a Roma, al Bambin Gesù, sono arrivati bambini con addosso gli effetti devastanti delle bombe, i segni di quelle che sono le piaghe di una guerra che non guarda purtroppo in faccia a nessuno. E, sotto questo aspetto, c’è anche la piena solidarietà nei confronti dei colleghi ucraini che sono rimasti a lavorare in quel paese tormentato dalla guerra: lì prestano, ovviamente, la loro opera professionale nei confronti di tutti di tutti coloro che sono feriti, ucraini e anche russi, perché la professione non guarda in faccia a nessuno e cura tutti, senza discriminazione alcuna”.
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Immagini liberamente utilizzabili per gentile concessione di FNOMCeO Tg Sanità
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