Mario Falconi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma
I medici italiani si sentono sotto pressione e temono di avere problemi giudiziari: il 68,2% di loro si sente, infatti, più a rischio di denuncia oggi rispetto al passato, mentre solo il 6,7% ritiene nulla la probabilità di subire una denuncia. Situazione che determina un diffuso ricorso alla medicina difensiva, praticata dal 50%-75% dei medici. È quanto emerge dallo studio effettuato a livello nazionale dall’Ordine dei medici di Roma, presentato ieri al Senato. «La medicina difensiva è un fenomeno molto diffuso tra i medici italiani» commenta Aldo Piperno, docente di sociologia dei fenomeni economici presso l’Università Federico II di Napoli, coordinatore dello studio «che non è eliminabile ma può essere contenuto, in parte con i controlli e l’applicazione degli standard, in parte allentando la pressione sui medici. Il 65,4% di loro si ritiene, infatti, sotto pressione nella pratica clinica di tutti i giorni». Secondo Mario Falconi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, tale studio «conferma che il fenomeno è solo in minima parta addebitabile ai medici perché ha origine da più fattori ambientali che mettono sotto pressione la categoria». Il fenomeno è più accentuato tra i medici ospedalieri, i chirurghi, gli internisti, gli ortopedici, i ginecologi, i nefrologi e nella medicina d’urgenza, soprattutto nelle regioni del Sud e nelle isole.
Molto elevati i costi per la sanità
La medicina difensiva ha un’incidenza sulla spesa sanitaria sul Servizio sanitario nazionale pari al 10,5%. A stimarlo è l’indagine nazionale realizzata dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e odontoiatri di Roma. In questo 10,5% la parte precipua è rappresentata dai ricoveri (4,6%), seguiti da farmaci (1,9%), visite (1,7%), esami di laboratorio (0,7%), ed esami strumentali (0,8%). La cifra sale al 14% sulla spesa privata, se si prendono in esame solo i medici privati (farmaci 4%, visite 2,1%, esami di laboratorio 0,6%, esami strumentali 0,4%, ricoveri 0,1%), mentre sulla spesa totale si attesa all’11,8% se si considera quella generata da tutti i medici pubblici e privati (farmaci 3,7%, visite 2,4%, esami di laboratorio 0,8%, esami strumentali 0,8%, ricoveri 3,2%). «I costi della medicina difensiva sono molto elevati» commenta Salvo Calì, segretario nazionale Smi «possiamo stimare siano pari a 5-19 miliardi di euro. Purtroppo, dobbiamo riscontrare il ritardo della politica, che continua a non essere in grado di dare gli strumenti corretti per rispondere in modo adeguato ai nuovi bisogni della società».
DoctorNews – 24 novembre 2010