Genova. I Nas indagano: affitti stracciati per gli studi in cambio di prescrizioni. Dopo le denunce già scoperti quattro casi sospetti
Genova – Non c’è niente di irregolare se lo studio del medico di famiglia è nello stesso palazzo della farmacia, anche perché è ormai una consuetudine. I sospetti iniziano a sorgere quando i rapporti di lavoro sono così intensi da spingere a pensare che siano soci in affari.
Da almeno una ventina di giorni i carabinieri del Nas hanno aperto un’inchiesta sui rapporti vietati tra mutualisti e farmacisti, partendo proprio da un filone nuovo per la sanità genovese: sempre più spesso gli appartamenti in cui lavorano i medici sono di proprietà dei titolari della farmacia.
Ma l’affitto dei locali è a prezzo di mercato, oppure è di favore in nome della collaborazione giornaliera o addirittura in nero? In fondo per i pazienti è una comodità uscire dallo studio del proprio medico con la ricetta (bianca o rossa) in mano e non dover fare il giro del quartiere per acquistare uno sciroppo per la tosse o le medicine per l’ipertensione. E per il farmacista è un grande vantaggio avere il “distributore” di ricette a pochi metri dal banco.
I reati ipotizzati per i medici di famiglia e i farmacisti sono corruzione, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale e, in alcuni casi il comparaggio per avere favorito un’azienda farmaceutica in cambio di regali, viaggi-premio e computer.
L’indagine è partita dopo la segnalazione del presidente dell’ordine dei Farmacisti, Felice Ribaldone, che ha girato alcuni casi sospetti ai Nas.
Almeno quattro i casi al centro dell’operazione dei carabinieri che da alcuni mesi hanno concentrato la loro attenzione sulle truffe alla Asl 3 legate alla