ROMA – È probabilmente il decreto sulla sanità più articolato e complesso degli ultimi anni. Un contenitore di tante piccole riforme rimaste in sospeso e abbozzate nelle precedenti legislature, che mai avevano visto la luce. Dalla riorganizzazione delle cure primarie e l’apertura no stop degli studi dei medici di famiglia all’obbligo di produrre bevande con un 20% minimo di frutta. Dalle limitazioni sul gioco d’azzardo e le cure per i giocatori dipendenti alle norme sulla sicurezza alimentare. E ancora, dai farmaci e la revisione del prontuario terapeutico alla rifondazione dei concorsi per medici e manager delle Asl con l’obiettivo di sottrarli al monopolio della politica. Molto si insiste, inoltre, sugli stili di vita.
Criticato e attaccato da tutte le parti coinvolte, bersaglio di 1.300 emendamenti alla Camera, ieri il provvedimento del ministro Renato Balduzzi è stato approvato al Senato ed è legge. Il governo aveva posto la fiducia, iniziativa accolta con malcontento dall’assemblea. La Lega in particolare e alcuni esponenti del Pdl hanno preso il gesto come una specie di scippo. «Non ci hanno concesso un approfondimento», ha ribadito in aula Raffaele Calabrò. «Hanno snobbato il nostro contributo», ha sottolineato Fazio Rizzi, capogruppo del Carroccio in commissione sanità. «Governo debolissimo e senza idee», incalza Felice Belisario, Idv, nel notare che siamo arrivati alla quarantaduesima richiesta di fiducia. Via libera con 181 voti favorevoli, 43 no e 23 astenuti. Sì del Pd: «Abbiamo votato la fiducia perché intravediamo una politica sanitaria condivisibile», afferma la senatrice Fiorenza Bassoli.
Balduzzi ha seguito il percorso parlamentare del suo testo senza perdere una sola riunione nella commissione: «Ha una sua compiutezza, autonomia. Il punto di approdo è accettabile». La strada tutto sommato è stata rapida. Approvato a inizio settembre dal Consiglio dei ministri, a metà ottobre è passato alla Camera modificato in diversi punti e, in altri indebolito, specie laddove sono entrati in ballo forti interessi economici. Ad esempio, la tassa sulle bevande zuccherate e i superalcolici, il bando meno indefinito delle slot machine da zone a rischio.
Il prossimo appuntamento è con il decreto omnibus (comprensivo di più interventi) che anche nelle aspettative di Antonio Tomassini, presidente commissione sanità del Senato, potrà portare migliorie. Fra le norme più qualificanti quelle che ristrutturano la nomina di manager e primari che stavano molto a cuore al premier Mario Monti. Meccanismi