Dopo il Veneto, la rivolta dei medici di famiglia contro la sostituibilità in farmacia tocca la Toscana. Più precisamente Pistoia, dove la Fimmg provinciale ha inviato ai propri iscritti una lettera nella quale si rivolge loro l’invito a «un più frequente uso della dicitura "non sostituibile" sulle ricette». L’iniziativa del sindacato nasce da preoccupazioni legate a fatti di cronaca locale e politica regionale. «Circa un mese fa» spiega il segretario provinciale di Fimmg Pistoia, Beppino Montalti, una paziente è stata ricoverata in rianimazione dopo aver assunto un generico somministrato dal farmacista al posto del branded prescritto dal medico curante. Per fortuna la donna ora sta bene, ma il medico rischia ora di rispondere per responsabilità che non gli appartengono. Ed è una cosa che non ci piace». Come se non bastasse, alle farmacie si aggiunge ora anche la Regione: a Firenze, Prato e Pistoia è partito un progetto per la dispensazione dei farmaci del Pto al domicilio dei pazienti fragili. Tali farmaci verrebbero acquistati con gare per Area vasta (circoscrizioni di più Asl) nelle quali il vincitore si aggiudica l’intera fornitura. «Il rischio» spiega Montalti «è che il paziente si veda recapitare una certa marca di generico a prescindere da quello che noi abbiamo prescritto. È un’eventualità che non ci piace e ribadiamo che con la parte pubblica siamo disponibili solo ad accordi che tutelano la responsabilità prescrittiva del medico. E intanto, a scanso di equivoci, consigliamo ai nostri medici di indicare "non sostituibile" in ricetta tutte le volte che è possibile. A patto di non costringere il paziente a spendere di tasca propria somme esorbitanti quando c’è una differenza di prezzo rispetto alla quota di rimborso».
Farmacista33 – 22 marzo 2011