MARVECS ha annunciato informalmente 200 esuberi, e la partita degli informatori scientifici si conferma la tegola del 2008 anche in Brianza. L’azienda comunicherà il ridimensionamento entro venerdì ad Assolombarda. «Se l’annuncio sarà confermato, possiamo parlare di licenziamenti mascherati ad opera delle farmaceutiche – commenta Bruno Casati, assessore al Lavoro di Palazzo Isimbardi – siamo al controsenso, si cede un ramo di azienda perché non si regge il mercato e poi i lavoratori finiscono comunque in mezzo alla strada».
IL TAGLIO dei divulgatori, 10mila da licenziare nel prossimo biennio, ha già avuto pesanti avvisaglie sul territorio. A dicembre, la monzese Roche fra esternalizzazioni e ricollocazioni ne ha «smaltiti» 217, mentre la caponaghese Astrazeneca ne ha cancellati 330 (50 a Basiglio). Il caso è stato sollevato da un brianzolo verace, Gianpaolo Verderio, ex sindaco di Burago Molgora, in lotta da anni a colpi di carte bollate con Marvecs. Insieme ai colleghi ha chiesto e ottenuto un’audizione alla Commissione Lavoro della Provincia.
Gli informatori sollevano dubbi sulla liceità dell’operazione di passaggio da Pfizer, di cui erano dipendenti in prima battuta, a Marvecs, attraverso l’applicazione della legge Biagi. Ma ieri mattina la Corte di Appello di Milano, chiamata a pronunciasi sulla questione, ha detto che va tutto bene.«Siamo esterrefatti – commenta Verderio – come lavoratori non ci sentiamo tutelati dal sistema». In Lombardia i licenziamenti dei divulgatori saranno 5mila, nell’hinterland e in Brianza la metà. Il 46 per cento delle 177 farmaceutiche italiane è concentrato proprio in Provincia di Milano. «Con questa sentenza gli informatori diventano venditori del farmaco, addetti alla rete commerciale, con tutti i guai che ne conseguono», aggiunge Verderio. Il calvario del buraghese è cominciato con il passaggio da Pharmacia e Pfizer e poi a Marvecs, la società nata al Colleoni di Agrate che ha ricapitalizzato (da 12mila 500 euro a 2 milioni e mezzo) subito dopo l’incontro con la Provincia, a fine novembre, in cui è stata richiamata alle sue responsabilità.
«IL CASO è delicatissimo – spiega Piero Maestri, presidente della Commissione Lavoro milanese – sugli informatori ci siamo impegnati a chiedere l’intervento del Ministero per lo Sviluppo economico e del Ministero della Salute. L’impatto sociale di questa ristrutturazione è pesante, e rischia di arrecare danno al Sistema Sanitario nazionale e alla salute dei pazienti». Dopo la sconfitta in appello, i divulgatori di Marvecs (licenziati, ma mai reintegrati al lavoro come aveva ordinato il giudice di Milano nell’aprile scorso) ricorreranno in Cassazione, chiedendo alla corte di pronunciarsi ancora sull’applicazione della Biagi. Bar.Cal. Il Giorno del 09/01/2008 ed. BRIANZA MONZA p. III