Tra 4-5 anni, a meno di correttivi, i medici di famiglia non basteranno più e centinaia di cittadini cominceranno a fare fatica a scegliere l’assistenza di base che desiderano. Nelle Marche da qui al 2021 lo faranno circa 500 medici di assistenza primaria e continuità assistenziale sui 1500 attualmente in servizio.
Non va meglio nella provincia di Pesaro-Urbino dove, nel medesimo arco temporale, si stima andrà in pensione il 40 per cento dei circa 365 medici di base attualmente in esercizio, dunque all’incirca 146. «Questi colleghi – spiega Luciano Fattori, segretario provinciale Fimmg – sono figli della riforma sanitaria del 1978 che ha esteso l’assistenza primaria a tutti i cittadini che prima ricorrevano alle mutue. In quel momento è entrata nel sistema una generazione di professionisti molto numerosa che adesso è sull’orlo della pensione».
Il segretario regionale Fimmg, Massimo Magi, parla chiaro: «Se sarà confermato questo trend in uscita, a cui non sarà contrapposta una altrettanto sostanziosa immissione di professionisti abilitati, già dal prossimo anno inizieremo a perdere contingenti di medici. Teniamo conto che i tirocinanti di medicina generale nelle Marche quest’anno sono stati appena 25 a fronte di 500 richieste.
In pratica è stato soddisfatto solo il 5 per cento delle domande». Cosa che ha fatto già saltare alcuni parametri, spiega Magi: in certe aree della regione si è già andati oltre la misura massimale (un medico ogni 1500 pazienti), e ci sono medici con 1800 assistiti. Il punto di rottura, insomma, è dietro l’angolo. «Anzi, è già iniziato – afferma Fattori – Si fa fatica a reclutare medici per la guardia medica che si vanno a cercare al sud o attingendo dalle file dei medici stranieri».
Fonte Il Resto del Carlino
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