Sparisce dalla Manovra la liberalizzazione delle professioni ma di fatto si tratta soltanto di un rinvio. Che dà agli Ordini un po’ di ossigeno e il tempo per organizzare la difesa, ma profila all’orizzonte una deregulation ben più consistente di quella vagheggiata nel paragrafo stralciato dal decreto. L’obiettivo del governo, infatti, è quello di tornare sull’argomento più avanti con un ddl delega i cui indirizzi sarebbero stati già disegnati dal dicastero dell’Economia. Tanto che giovedì scorso, mentre il Consiglio dei ministri approvava la Manovra, nei corridoi circolava una bozza di proposta di legge dai contenuti decisamente innovativi. Secondo le anticipazioni della stampa, infatti, il documento proporrebbe l’eliminazione dell’esame di Stato per avvocati e commercialisti, il divieto di tariffari professionali fissi o minimi (anche se agli Ordini viene comunque conservata la facoltà di vigilare sulla congruità degli onorari praticati rispetto al decoro professionale e all’importanza dell’opera, secondo con gli orientamenti dell’Antitrust), il libero accesso alla pubblicità (anche qui, gli Ordini sarebbero autorizzati a intervenire soltanto per tutelare il decoro o perseguire anomalie concrete e motivate), l’accesso del capitale nelle società professionali e infine la rimozione delle incompatibilità tra professione ed esercizio di attività commerciali.
E’ un bel menù, che rischia di mandare sulle barricate un bel numero di categorie. Confermano le avvisaglie: venerdì, alle prime anticipazioni del ddl delega, avvocati e commercialisti hanno fatto fuoco e fiamme: «Sarebbero misure assurde» ha detto Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti «una semplificazione all’accesso per le sole due professioni oggi più numerose dopo i medici non ha senso. Se passasse mai una misura del genere – ha affermato – ci tuteleremmo in tutte le sedi, a partire dalla Consulta, dato che l’esame di Stato è previsto dall’articolo 13 della Costituzione».
Doctornews – 4 luglio 2011
Medici e industria del farmaco contro i provvedimenti
di Francesca Giani
Una bocciatura generalizzata è quella che arriva sulla manovra economica, licenziata giovedì dal Consiglio dei Ministri, e che vede allineato mondo medico e industria: mentre l’Anaao Assomed e la Fimmg promettono di attivarsi per introdurre correttivi, in particolare sul blocco del turn over e dei contratti, e lo Snami vede non lontano lo sciopero, forti critiche arrivano anche da Farmindustria, che contesta l’introduzione del pay-back a carico delle aziende a copertura dei buchi sulla farmaceutica ospedaliera e si dice pronta a presentare le proprie proposte. «Evaporati i tagli dei costi della politica ed esonerato il settore privato» è l’accusa di Costantino Troise, segretario nazionale Anaao Assomed, «a rimettere in ordine i conti pubblici, e con effetto immediato, sono chiamati i soliti noti». La manovra, continua, «è una bomba a orologeria e il Servizio sanitario rischia di essere ridotto a un sistema povero per i poveri». Da qui la promessa di