Roma, 26 ottobre – La manovra di bilancio 2017 non è ancora arrivata alla Camera, ma – almeno nella sostanza – la sua struttura è ormai definita, anche se i tecnici del ministero dell’Economia continuano a lavorare di lima sulle cifre finali del provvedimento. Che, per quanto riguarda la sanità, conferma la “madre di tutte le misure”, ovvero il finanziamento del Fondo sanitario del prossimo anno, fissato a 113 miliardi, che saliranno a 114 nel 2018 e a 115 nel 2019.
Molte e significative le decisioni sul comparto dei farmaci, a partire dalla ridefinizione dei tetti di spesa per questa voce. Intanto, quasi a sottolineare una cesura col passato, si comincia cambiando il nome: il tetto della farmaceutica ospedaliera, che sarà calcolato al lordo della spesa per i farmaci di classe A in distribuzione diretta e distribuzione per conto, diventa “tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti” e raddoppia, passando dal 3,5 al 7,0%. Inevitabile la ricaduta sulla spesa che “passa” dalle farmacie territoriali: la “spesa farmaceutica convenzionata” (questo il nome con cui verrà indicata), che fin qui valeva l’11,35% del Fsn e la cui asticella viene ora fissata al 7,85%, 3,5 punti percentuali in meno, a sancire una dinamica di spesa che – negli ultimi anni – ha visto appunto l’inarrestabile progressione della distribuzione diretta e per conto.
La spesa per l’acquisto di farmaci innovativi e oncologici concorrerà al tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti soltanto se “sfonderà” il tetto delle risorse ad essa dedicate. Si tratta, nel 2017, di 325 milioni per gli innovativi come il sofosbuvir (sarà l’Aifa, entro il 31 marzo 2017, a stabilire i criteri per la classificazione dei farmaci innovativi, riconoscimento che durerà tre anni), mentre il Fondo per gli oncologici innovativi disporrà di 500 milioni. Risorse che troveranno capienza nel miliardo espressamente riservato a queste voci e che servirà ad alimentare anche il Piano nazionale vaccini (100 milioni nel 2017, che diventeranno 127 nel 2018 e dal 2019) e il Fondo per sostenere le Regioni nelle spese per l’assunzione e stabilizzazione del personale del Ssn (75 milioni nel 2017 e 150 milioni di euro a decorrere dal 2018).
Sempre in materia di farmaci, sono previste anche norme per razionalizzare la spesa per l’acquisto di farmaci biologici a brevetto scaduto, che prevedono un lotto unico per le gare d’acquisto di medicinali che abbiano lo stesso specifico principio attivo (ATC di V livello), la medesima via di somministrazione e lo stesso dosaggio. Base d’asta dell’accordo-quadro dovrà essere il prezzo massimo di cessione al Ssn del farmaco biologico di riferimento.
Viene comunque stabilito che “i pazienti devono essere trattati con uno dei primi tre farmaci nella graduatoria dell’accordo quadro classificati secondo il criterio del minor prezzo o dell’offerta economicamente più vantaggiosa” e che il medico “è comunque libero di prescrivere, senza obbligo di motivazione, il farmaco ritenuto idoneo (tra quelli in gara, ovviamente, NdR) a garantire la continuità terapeutica ai pazienti”.
Tra le altre misure della manovra in sanità, meritano una segnalazione quelle in materia di acquisti centralizzati: spetterà a un Accordo Stato-Regioni, che andrà definito entro il 28 febbraio 2017, definire le attività da porre in essere per pervenire a linee di indirizzo per l’efficientamento e la definizione di standard con riferimento ai magazzini e alla logistica distributiva. E in caso di motivata urgenza, qualora non siano disponibili i relativi contratti di Consip SpA o dei soggetti aggregatori, le amministrazioni pubbliche potranno procedere solo “allo svolgimento di autonome procedure di acquisto dirette alla stipula di contratti aventi durata e misura strettamente necessaria e sottoposti a condizione risolutiva nel caso di attivazione dei detti contratti. In tale caso l’Anac rilascia il codice identificativo di gara“. Come dire che – quando si tratterà di cpmprare – a una forma penetrante di controllo diretto non si potrà in ogni caso sfuggire.
Altri capitoli di rilievo riguardano l’e-health, via obbligata per rendere più efficiente il sistema di salute pubblico. L’Agenzia per l’Italia digitale, in accordo con il ministero della Salute e il MEF, con le Regioni e le pubbliche amministrazioni, disporrà di una dotazione di 2,5 miliardi l’anno (a partire dal 2017) per la progettazione dell’infrastruttura nazionale necessaria a garantire l’interoperabilità dei fascicoli sanitari elettronici (Fse), la cui realizzazione è curata dal MEF utilizzando il Sistema tessera sanitaria.
Viene anche istituito un fondo ad hoc (programmato fino al 2030 ma, al momento, senza che lo stanziamento sia specificato) per investimenti e sviluppo infrastrutturale, che riguarda diversi settori, tra i quali l’edilizia sanitaria.
Sanità24, la testata specializzata de Il Sole 24 Ore, rende disponibile il testo degli articoli della manovra di bilancio 2017 concernenti il Ssn a questo link.
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