Ricette ‘fantasma’, un informatore scientifico guidava la maxi-truffa
Ricette ‘fantasma’ in Emilia-Romagna, si delinea la situazione. L’inchiesta condotta dal pm Enrico Cieri sta rivelando nuovi retroscena riguardo il maxi-giro di ricette false che ha coinvolto una cinquantina tra medici, farmacisti e un operatore scientifico. Ebbene sì, era un solo informatore scientifico a gestire la maxi-truffa, stimata in circa un milione di euro, al Servizio Sanitario Nazionale. L’uomo è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e falso.
L’uomo, bolognese, è un dipendente della Italfarmaco di Milano e rappresenta l’azienda nella zona bolognese e romagnola. L’informatore scientifico aveva un ruolo di primissimo piano nella vicenda: spettava a lui girare le prescrizioni dei costosissimi medicinali (fino a 2000 euro), sopratutto antitumorali e antivirali, ai farmacisti compiacenti che, successivamente, chiedevano il rimborso al Servizio Sanitario senza però aver consegnato ai pazienti i farmaci in questione, che risultavano gratuiti dietro la presentazione della ricetta medica.
Gli ‘intestatari’ della ricetta, infatti, hanno dichiarato ai Carabinieri del Nas di non aver mai assunto tali farmaci, e addirittura in diversi casi la prescrizione era stata fatta a persone defunte da parecchio tempo. Per il momento l’unica parte lesa è l’Ausl di Bologna, che ha prodotto rimborsi per centinaia di medicinali (tra i 50 e i 2mila euro a confezione), per un totale stimato in circa un milione di euro. I fatti riguardano il periodo compreso tra il 2006 e il 2009.
Ma è ovvio che anche il resto delle persone indagate, tutti medici e farmacisti, avevano il loro compito nella vicenda. Non risulta ancora nulla ufficialmente, ma si parla di soldi e ‘regali’. Per questo per alcuni di loro potrebbe scattare anche il reato di corruzione. Alcuni camici bianchi avrebbero firmato centinaia di ricette, e per loro la situazione è ovviamente più grave rispetto ai medici (tutti dipendenti ospedalieri o liberi professionisti di Bologna e della Romagna) che ne hanno firmate solo qualche unità. Anche le farmacie indagate sarebbero diverse, tra queste anche qualcuna ospedaliera.
Fonte:romagnaoggi.it