In un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Raffaella Maderna people&communication director Lundbeck Italia spa, alla cui lettura integrale rimandiamo, parla della fase post Covid, come è stata vissuta e affrontata.
Riportiamo, in sintesi, gli aspetti che riguardano gli informatori scientifici del farmaco.
Lundbeck Italia è una affiliata commerciale del gruppo multinazionale danese, dice Maderna presentando l’azienda, e si avvale di collaboratori che sono distribuiti parte sulla “sede di Milano che possiamo quindi chiamare ufficio con un organico di 35 persone”, mentre “il restante personale di field pari a 95 unità, si trovano su tutto il territorio”.
“Per gli informatori scientifici del farmaco e per il personale di field (market access, medica) gestione delle attività con organizzazione incontri solo su appuntamento e possibilità di gestire visite da remoto attraverso i tool digitali per cui abbiamo fatto formazione durante il lockdown, costante igienizzazione della macchina, utilizzo obbligatorio da sempre della mascherina FFP2. Per tutti copertura sanitaria per malattia Covid (in caso di ospedalizzazione, per fortuna – possiamo dire – mai utilizzata), campagne dedicate per tamponi di screening mensili a rimborso aziendale”.
“Dopo il Covid – sostiene Maderna – per favorire il team building al momento di un rientro massivo in ufficio abbiamo cominciato ad avviare un programma di well-being per le nostre persone durante i mesi di lockdown: persone abituate ad avere una vita lavorativa basata sulle relazioni interpersonali, incontri con più interlocutori, spostamenti frequenti, congressi, riunioni nazionali ed internazionali si sono ritrovate improvvisamente da avere una giornata concentrata sui contatti interpersonali ad essere ‘chiusi’ in uno spazio delimitato durante le tantissime occasioni di call che abbiamo organizzato. Con tutti i collaboratori abbiamo sentito il peso della solitudine, della paura di convivere con questa malattia, della paura di essere contagiati, della paura per sé e per la famiglia, la frustrazione dell’attesa, tante emozioni”.
“Per questo – spiega – abbiamo pensato che dovevamo passare dal ‘preoccuparci’ dei nostri collaboratori ad ‘occuparci’ di loro a 360° includendo anche la parte più emozionale. Abbiamo lanciato una piattaforma chiamata Well-being, Being-well dove abbiamo parlato e abbiamo creato pillole audio, organizzato webinar su nutrizione, mindfulness, gestione delle emozioni, salute mentale. E nel momento del rientro (maggio 2020) abbiamo organizzato dei focus group con una pool di psicologi per raccogliere feedback, suggerimenti e organizzare al meglio un rientro in sicurezza”.
“Con una punta di orgoglio – rimarca Raffaella Maderna – posso dire che Lundbeck Italia nel 2017 è stata da apripista nel formalizzare un piano di welfare che prevedesse l’erogazione di un premio, aumentato da 1000 euro agli attuali 1600 euro per il 2023, di servizi al 100% destinati al welfare.
“Servizi su misura sulla persona e sulla propria famiglia – sottolinea – questi sicuramente sono le iniziative maggiormente gradite, che permettono la possibilità di rimborsi spese scolastiche, campus, attività ricreative per i figli, mensa, rimborsi per baby-sitter o badanti. Importante anche la copertura sanitaria, abbiamo integrato il fondo di categoria, che Lundbeck copre per il nucleo famigliare, con una assicurazione sanitaria integrativa totale per il collaboratore”.
“Nel triennio – spiega – abbiamo erogato corsi di guida sicura per tutti i collaboratori con autovettura aziendale, per tutelare la sicurezza sulla strada. Gestione ottimale del tempo per le persone in sede con Miss Salvatempo (disbrigo attività amministrative- posta, tintoria) e Mr Zero Tensione (servizio appena lanciato di massofisioterapia per il benessere posturale). Iniziativa lanciata l’anno scorso molto apprezzata: un giorno di ferie in più in concomitanza del giorno del compleanno”.
“Lundbeck Italia – assicura – è una azienda rosa. Il 57% del nostro organico è femminile. Se teniamo conto che la maggioranza dei ruoli è coperto dagli informatori scientifici del farmaco, che per legge devono essere in possesso di una laurea scientifica per poter esercitare l’attività, possiamo dire di essere ad un ottimo livello. E nonostante sia un lavoro che richiede sempre flessibilità e spostamenti sul territorio, possiamo serenamente affermare che le donne riescono a gestirlo in modo efficace ed efficiente, grazie alla flessibilità, alla responsabilità con cui possono organizzarsi il lavoro con una certa autonomia”. “A livello manageriale nel nostro team direzionale – ricorda – siamo 6 donne e 1 uomo. Il nostro amministratore delegato è donna ed è stata nominata a 39 anni.
“Per creare un ambiente – fa notare – che stimoli la creatività e l’iniziativa dei dipendenti bisogna ascoltarli sempre, coinvolgerli nelle diverse iniziative, progettualità ed attività che portiamo avanti. La nostra organizzazione basa molto la modalità lavorativa sulla creazione di team cross funzionali. Al centro c’è il progetto che stiamo seguendo e si creano dei gruppi di lavoro multi funzione, ciascuno dei quali porta la propria competenza, visione ed esperienza. Lo scambio favorisce stimoli e nuove idee. La dimensione di Lundbeck facilità l’agilità, la flessibilità nel prendere decisioni. Tutti sono quindi coinvolti nei processi decisionali, indipendentemente dalla età anagrafica e ruolo aziendale”.
“Abbiamo lavorato tantissimo – assicura – per aggiornare e ridefinire competenze professionali in un’ottica di reskilling e upskilling. Abbiamo lanciato – spiega – programmi di formazione, in particolar modo nell’ambito sales, che ci aiutassero ad aggiornare i profili degli informatori scientifici del farmaco con il contesto esterno completamente mutato. Abbiamo avviato un programma chiamato ‘Open your mind’ con l’obiettivo di rafforzare digital mindset, skill digitali, con un passaggio da comunicazione multicanale a omnicanale, enfatizzando la vendita emozionale, grazie all’utilizzo di tecniche di narrazione di storytelling basate su un customer journey maggiormente definito”.
Nota: Nel luminoso paradiso aziendale descritto dalla Dr.ssa Maderna, emerge un lato “oscuro”.
In altra sede la Dr.ssa Maderna afferma “Vogliamo creare una scheda di coaching che potranno usare i manager con i propri collaboratori quando fanno attività di affiancamento come ulteriore step formativo, e dal punto di vista della comunicazione, sicuramente implementeremo nuove soluzioni”.
Evidentemente non conosce leggi e regolamenti vigenti in Italia che vietano l’affiancamento dell’ISF, come per esempio l’art. 5 delle “linee guida di Regolamento sull’informazione scientifica sui farmaci” della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, applicato in tutti i regolamenti sull’informazione scientifica in vigore nelle Regioni italiane, o i pareri della stessa AIFA che ha preso posizione su questo argomento: una volta nel 2002 (AIFA.Chiarimenti su ISF) e una nel 2021 (prot. AIFA 0010512-29/01/2021-AIFA-AIFA-A) in cui il Direttore Generale, Dr. Magrini, afferma che “l’unica figura professionale legittimata dalla norma a fornire al medico l’informazione sui medicinali è esclusivamente quella dell’informatore scientifico e non è prevista nessuna ulteriore figura professionale con funzioni di supporto” o la sentenza del Consiglio.di.Stato.Sez. V Sen. 2755 del 30.04.2009
Nonostante le belle parole emerge un controllo continuo del marketing sull’attività degli ISF, sia con la valutazione permanente delle competenze dell’ISF, sia con il coaching (come lo chiama) da parte di un Area Manager (dipendente dal marketing) che affianca l’ISF per “rieducarlo”. Con ciò violando in modo esplicito gli art. 122 e 126 del D.Lgs. 219/06.
Comunque, stia tranquilla la Dr.ssa Maderna, tanto nessuno controllerà.
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