Confermato l’intendimento di «proibire gli incentivi economici agli informatori “SCIENTIFICI” sulle vendite dei farmaci» e, sul terreno dell’informazione, di avviare “un programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici”.
M5S, all’esame degli iscritti il programma sulla salute
Roma, 6 giugno – “Vi chiediamo di esprimervi su un settore della spesa pubblica che in questi anni è cresciuto tantissimo, che è la spesa farmaceutica. Secondo noi poteva essere gestita diversamente, in maniera molto più virtuosa. Si sarebbero potute liberare risorse che potevano essere investite in altri settori della sanità pubblica, oppure per ridurre i costi a carico dei cittadini”.
È uno dei passaggi – quello di più diretto interesse per la professione farmaceutica – contenuto nell’intervento che i deputati M5S Giulia Grillo e Mirko Busto e il senatore Giovanni Endrizzi hanno pubblicato ieri a loro firma sul blog del Movimento e su Sanità24 per illustrare il programma pentastellato in materia sanitaria, che sarà sottoposto al voto online degli iscritti nei prossimi giorni.
Sempre a proposito dei farmaci, le proposte M5S (illustrate nel programma nazionale del Movimento) prevedono di promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci “di marca” (che in Italia costano spesso di più che all’estero) e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione, ma anche di passare alla prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come avviene ad esempio in Gran Bretagna).
Confermato anche l’intendimento di “proibire gli incentivi economici agli informatori scientifici sulle vendite dei farmaci” e, sul terreno dell’informazione, di avviare “un programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici”.
Altri punti salienti del programma sottoposto alla valutazione degli iscritti, che parte dal riconoscimento della necessità di investire più risorse sulla salute, riguardano la prevenzione primaria, per esempio nel settore dell’inquinamento ambientale, dove “è stato fatto veramente molto poco. È fondamentale che le politiche sanitarie e le politiche ambientali siano fortemente integrate” scrivono i parlamentari M5S “non solo da un punto di vista teorico, ma soprattutto integrate e potenziate da un punto di vista pratico”.
Logico e conseguente anche il riferimento all’alimentazione, definita “la variabile più potente per influenzare in positivo e in negativo la nostra salute”. I parlamentari grillini citano dati dell’American Institute for Cancer Research, secondo i quali “le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su 10″ e del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, che rilevano come il 30-40% dei tumori potrebbero essere evitati se solo adottassimo una dieta più sana. “Per questo è fondamentale educare alla salute” scrivono Giulia Grillo e colleghi “anche promuovendo un’alimentazione sana ed equilibrata”.
Logico e conseguente anche il riferimento all’alimentazione, definita “la variabile più potente per influenzare in positivo e in negativo la nostra salute”. I parlamentari grillini citano dati dell’American Institute for Cancer Research, secondo i quali “le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su 10″ e del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, che rilevano come il 30-40% dei tumori potrebbero essere evitati se solo adottassimo una dieta più sana. “Per questo è fondamentale educare alla salute” scrivono Giulia Grillo e colleghi “anche promuovendo un’alimentazione sana ed equilibrata”.
“Vi chiediamo anche di esprimervi su un altro settore importante della sanità, che sono le sue risorse umane, medici e gli infermieri che in questi anni sono stati vittime del blocco delle assunzioni proprio come elemento di politica di austerità che ha creato tantissimi disservizi, sacche di precariato, in alcuni casi addirittura sacche clientelari” scrivono ancora i parlamentari pentastellati, sostenendo che “invece bisogna investire risorse in questo settore e bisogna anche prepararsi al fatto che molti medici presto andranno in pensione e avremo un fabbisogno di medici specialisti molto alto”.
Sempre a proposito di medici, viene anche chiesto di esprimersi sulla libera professione medica,“che dovrebbe essere, secondo noi, più virtuosa e più funzionale anche a smaltire e gestire le liste d’attesa, naturalmente, con adeguati investimenti nel settore delle piattaforme informatiche”.
N.d.R.: Secondo la legge, l’informazione sul farmaco deve necessariamente avere come obiettivo quello di una crescita culturale negli operatori sanitari e nel paziente, tale necessità ha bisogno di un impegno continuo per l’aggiornamento. La (in)formazione necessita di professionalità specifiche e che abbiano la missione di fornire continuamente dati ed aggiornamenti utili alla pratica clinica. L’efficienza di queste figure, che non possono essere che gli Informatori Scientifici del Farmaco, non può ovviamente essere misurata sulla base del numero di farmaci che vengono venduti ma dovrebbe misurarsi sul grado di competenza, aggiornamento e informazioni utili trasmessi al prescrittore e/o operatore sanitario. Su questi parametri dovrebbero essere rimodellati i “premi” aziendali.
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GSK. Il primo passo significativo della HCPEI è stato compiuto appena un anno dopo, nel 2015, quando il sistema di retribuzione degli informatori medico scientifici ha visto un importante cambio di valutazione, con la parte variabile non più basata sul fatturato dell’area di competenza ma sulla misurazione delle competenze medico-scientifiche maturate dagli informatori stessi. La comunicazione scientifica sui prodotti dell’azienda verrà effettuata direttamente dalla Direzione Medica di GSK, la cui competenza e affidabilità sono state certificate dalle principali Università italiane.
N.d.R.: GSK, nel suo programma trasparenza, annuncia che dal 2015 è in vigore il nuovo sistema di retribuzione degli ISF, che abbiamo riportato sopra. Ne siamo lieti, ma il nuovo sistema non è altro che l’applicazione di legge (del 2006). Ciò significa che la stessa GSK confessa che fino al 2015 non era così, quindi era palesemente fuorilegge. L’AIFA che dovrebbe controllare l’osservanza delle leggi, ha mai avuto niente da ridire? Sta controllando, com’è suo dovere, che le aziende farmaceutiche si comportino secondo le norme descritte dal D. Lgs. 219/06?