Il DG AIFA, Luca Pani: “Il consumo dei farmaci in regime di assistenza convenzionata è sostanzialmente stabile e il lieve incremento è in linea con le esigenze di cura di una popolazione che tende a invecchiare. Permangono livelli di scarsa aderenza alle terapie e di inappropriatezza per alcune classi di farmaci (es. ipolipemizzanti, calcio-antagonisti, inibitori di pompa protonica), e su questo fronte è necessario fare meglio sia per l’efficacia dei trattamenti sia per una migliore gestione delle risorse”.
“I dati relativi ai primi tre trimestri del 2015 riflettono chiaramente l’impatto che i medicinali innovativi ad alto costo immessi sul mercato lo scorso anno – tra tutti gli antivirali e gli antitumorali – sta avendo sulla spesa farmaceutica, in particolare su quella ospedaliera”.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato oggi il Rapporto sull’uso dei farmaci relativo ai primi nove mesi dell’anno 2015, che descrive l’utilizzo dei medicinali in Italia, a livello nazionale e regionale.
Nei primi nove mesi del 2015 la spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) è stata pari a 21,3 miliardi di euro, di cui il 76,5% è stato rimborsato dal SSN. La spesa farmaceutica territoriale pubblica si è attestata a quota 9.727 milioni di euro (circa 159 euro pro capite), con un aumento del +9,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tale aumento è dovuto principalmente alla crescita del +37,4% della spesa per medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto[1] per l’erogazione attraverso questo canale dei farmaci più costosi; la spesa farmaceutica convenzionata[2] ha, invece, registrato un lieve calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli italiani hanno consumato 1.041,1 dosi ogni mille abitanti in regime di assistenza convenzionata con un lieve incremento rispetto all’anno precedente (+0,5%).
I consumi crescenti sono in linea con la tendenza generale dell’invecchiamento della popolazione e della cronicizzazione delle patologie.
Per quanto riguarda il focus sulle diverse realtà regionali, i più alti livelli di consumo in regime di assistenza convenzionata sono stati osservati nel Lazio (1.191,9 DDD/1000 ab die), in Calabria (1.171,8 DDD/1000 ab die) e in Puglia (1.149,6 DDD/1000 ab die), mentre i consumi più bassi sono stati riscontrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (773,0 DDD/1000 ab die), in Liguria (875,4 DDD/1000 ab die) e in Veneto (933,1 DDD/1000 ab die).
Le tre Regioni che hanno fatto registrare la spesa farmaceutica convenzionata di classe A-SSN più elevata sono state la Campania con 167,5 euro pro capite, la Puglia con 161,6 euro e la Calabria con 158,6 euro; al contrario la Provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia Romagna e la Toscana hanno mostrato la spesa pro capite più bassa, pari rispettivamente a 97,0 euro, 103,0, euro e 108,0 euro; tali valori si assestano ben al di sotto della media nazionale di 134,4 euro.
I farmaci antineoplastici e immunomodulatori si confermano anche nel 2015 la prima categoria a maggior spesa pubblica (comprensiva della spesa farmaceutica convenzionata e della spesa per l’acquisto dei farmaci da parte delle strutture sanitarie pubbliche), mentre i farmaci del sistema cardiovascolare vengono superati nella spesa dai farmaci antimicrobici.
Gli indicatori di appropriatezza hanno mostrato un livello non sempre ottimale dell’aderenza al trattamento. In particolare, per quanto riguarda il sistema cardiovascolare, il 58,9% dei pazienti è risultato aderente agli ipertensivi, mentre meno della metà dei pazienti (47,4%) ha assunto regolarmente il trattamento con gli ipolipemizzanti.
Relativamente al trattamento dell’ipertensione, è stato confermato l’uso inappropriato, già evidenziato negli anni precedenti, delle associazioni fisse di calcio-antagonisti con molecole attive sul sistema renina-angiotensina.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci inibitori della pompa acida, sebbene ancora distanti da livelli di appropriatezza accettabili, l’indicatore ha mostrato nel 2015 un trend verso l’appropriatezza.
Il monitoraggio dell’appropriatezza ha evidenziato, inoltre, un andamento temporale crescente dell’uso dei biosimilari nei pazienti naïve, sebbene ci siano ancora spazi di miglioramento.
Lo scenario offerto deriva dalla lettura delle informazioni raccolte attraverso diversi flussi informativi, consentendo la ricomposizione dei consumi e dell’assistenza farmaceutica in Italia. In particolare, il database OsMed Health DB ha consentito di analizzare l’appropriatezza d’uso dei farmaci in un campione di 35 milioni di assistibili, che rappresenta quasi il 60% dell’intera popolazione italiana. Tale numero è in crescita, basti pensare che nel 2014 il numero di assistibili era pari a 30 milioni e nel Rapporto relativo all’intero anno 2015 ci si aspetta un campione ancora più numeroso rispetto a quello utilizzato per l’analisi del Rapporto pubblicato oggi. Ciò apre la strada a nuove analisi, ancora più accurate, e consente un monitoraggio dell’assistenza farmaceutica e dell’appropriatezza d’uso dei medicinali, sempre più puntuale e rispondente alle esigenze programmatorie delle Regioni e decisionali dei medici.
I dati presentati nel Rapporto dei primi nove mesi, sebbene preliminari, forniscono un orientamento dei consumi e della spesa farmaceutica italiana, che sarà, poi, consolidato con la prossima pubblicazione del Rapporto annuale.
[1] La distribuzione diretta è intesa come la dispensazione, per il tramite delle strutture sanitarie, di medicinali ad assistiti in dimissione da ricovero ospedaliero o a seguito di visite specialistiche; questa distribuzione può avvenire anche attraverso specifici accordi con le farmacie territoriali, pubbliche e private e in tal caso si tratterà di distribuzione per conto.
[2] Farmaci erogati dal Servizio Sanitario Nazionale attraverso le farmacie pubbliche e private.
L’uso dei Farmaci in Italia – OsMed: Rapporto Nazionale gennaio – settembre 2015