LUGO – Poche ore, e sarà stato di agitazione. E’ il primo passo della rivoluzione ingaggiata dai medici contro l’Ausl. L’ultimo dissapore in casa sanità è scoppiato con i medicinali off label: l’azienda imputa ai medici di famiglia di avere "la ricetta facile" (con lo Stato che dovrebbe accollarsi il costo di tali medicinali), mentre i camici bianchi si lamentano dei controlli poco frenquenti. "Può accadere che nelle 15mila ricette – dicono – che un medico compila in media ogni anno, ci sia qualche farmaco il cui costo è stato erroneamente scaricato sul servizio sanitario nazionale. Noi però non abbiamo intenzione di trascurare i nostri pazienti per dovere rincorrere direttive burocratiche aziendali".
Il malcontento, covato sotto la cenere di anni di incomprensioni, è esploso martedì in tutta la sua forza nel corso di un’assemblea di tutti i medici di famiglia all’hotel Cube di Ravenna. Su 284, ne erano presenti ben oltre i duecento, e a parte un contrario e un astenuto, tutti hanno convenuto sulla necessità di alzare la voce. In gergo sindacale, stato di agitazione, che dovrebbe essere proclamato nelle prossime ore. Non è ancora sciopero vero e proprio – che i medici prendono in considerazione solo come atto estremo, e vorrebbero evitare – ma un avvertimento all’Ausl.
Nel concreto, si traduce nella rottura dei rapporti con l’azienda, in uno stop ai gruppi di lavoro coordinati tra medici e Usl sulle diverse problematiche della sanità, e l’interruzione dei tavoli sindacali. Tavoli che – dicono i medici – neppure vengono convocati, visto che in sette mesi del 2011, solo una volta l’Ausl ha ritenuto di sentire i suoi medici, e solo per discutere di sanzioni da comminare verso qualche dottore, non certo per ragionare sullo stato di salute della sanità in provincia.
Notizia del 22/07/2011