Aveva fatto molto discutere un disegno di legge del Prof. Sileri, neoviceministro della salute, in materia di servizio farmaceutico reso noto in occasione degli Stati generali della farmacia promossi da Federfarma il 28 febbraio scorso, ma poi non presentato: si proponeva di ribadire la centralità della farmacia come vero e proprio esercizio di prossimità nella dispensazione del farmaco e nell’erogazione di servizi, confermando l’istituto della pianta organica delle farmacie, nonché di “ripensare l’attuale esperienza della parafarmacia istituendo la possibilità che alcuni farmaci, definiti in un’apposita lista dall’Aifa, siano venduti sia negli esercizi di vicinato che nella Gdo senza la presenza obbligatoria del farmacista”.
Altri obiettivi dell’iniziativa legislativa dichiarati dallo stesso Sileri quelli di “valorizzare la professione di farmacista, ampliandone l’attività a tutela del diritto alla salute in contesti peculiari e comunque in ogni contesto in cui vengano dispensati farmaci” e di istituire la figura del farmacista di reparto, “fondamentale negli ospedali, nelle case di cura e nelle Rsa. Luoghi dove il farmacista può rappresentare una garanzia indispensabile”.
La proposta venne accolta da un fuoco di sbarramento di critiche, in particolare dal mondo delle parafarmacie, e – per quanto risulta – non è stata ancora presentata: le ultime tracce risalgono alla fine dello scorso mese di giugno, quando lo stesso Sileri, in un’intervista rilasciata al notiziario di Federfarma in occasione di un convegno sul bullismo, spiegò che il ritardo nella presentazione del ddl era dovuto al fatto che si stavano ancora “apportando migliorie”.
C’è da capire se, nel corso della torrida e lunga estate che è seguita, portando con sè in pieno agosto la caduta del “governo del cambiamento” provocata dal segretario della Lega Matteo Salvini e quindi la nascita di una nuova maggioranza e di un nuovo governo del quale fa parte lo stesso Sileri, quelle migliorie sono poi state davvero apportate e se quel ddl, finora solo evocato, sarà infine presentato e incardinato in Parlamento.
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