Riportiamo la dichiarazione del Ministro della Salute
Oggi è una giornata storica: l’Oms ha approvato la nostra risoluzione sulla trasparenza del prezzo dei farmaci con il sì di 194 paesi.
Una rivoluzione che aprirà scenari di maggiore equità nell’accesso alle cure.
Fino ad oggi mettere in discussione i criteri dei prezzi dei medicinali è stato un tabù, ma adesso qualcosa è cambiato. La decisione dell’Oms apre una nuova rotta nei negoziati sui prezzi dei farmaci, ponendo un principio di trasparenza da cui non si torna indietro.
Quando abbiamo iniziato lavorare al testo della risoluzione, pochissimi hanno creduto che saremmo arrivati fino in fondo. E molti ci hanno chiamato visionari, sognatori.
Oggi però dico forte e chiaro che senza un sogno, senza una visione, nessun cambiamento è possibile.
Il MONDO INTERO ha creduto alla nostra proposta di risoluzione che rappresenta una sfida per una maggiore equità nell’acceso alle cure e ora gli Stati si impegneranno ad adottare i principi che abbiamo portato avanti perché non vi siano più barriere al diritto alla salute.
Finalmente nuovi standard per la trasparenza aiuteranno ogni Paese nella contrattazione dei prezzi dei farmaci: da quelli “di base” alle terapie più innovative che solo in pochi oggi possono permettersi.
Lo scenario deve cambiare, il mondo chiede la rivoluzione della trasparenza perché tutti, anche le persone in difficoltà, possano avere diritto a curarsi e a dare un futuro diverso ai propri figli.
Giulia Grillo
Il comunicato del Ministero della Salute
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dice “sì” alla risoluzione italiana sulla trasparenza dei prezzi dei farmaci. L’Assemblea mondiale della sanità, l’organo legislativo dell’Oms riunito in questi giorni a Ginevra, ha adottato oggi il testo – frutto di diversi negoziati e smussato rispetto alla prima versione – della proposta che impegna gli Stati membri a condividere le informazioni sui prezzi dei medicinali, ma anche sui brevetti e sui risultati delle sperimentazioni cliniche.
Il testo finale della risoluzione è stato presentato da Italia, Brasile, Egitto, eSwatini (ex Swaziland), Grecia, India, Kenya, Lussemburgo, Malaysia, Malta, Portogallo, Russia, Andorra, Serbia, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Sri Lanka e Uganda. Stamattina, prima del voto, si sono aggregati altri quattro Paesi: Uruguay, Indonesia, Botswana e Algeria.
Nel testo si esortano gli Stati membri a migliorare la condivisione pubblica delle informazioni sui prezzi effettivi pagati dai governi e da altri acquirenti per i prodotti sanitari e una maggiore trasparenza sui brevetti farmaceutici, i risultati delle sperimentazioni cliniche e altri determinanti del prezzo in ogni fase della catena: dal laboratorio all’armadietto dei medicinali del paziente.
“L’obiettivo – spiega l’Oms in un comunicato – è aiutare gli Stati membri a prendere decisioni più consapevoli nell’acquisto di prodotti sanitari, negoziare prezzi più accessibili e infine ampliare l’accesso ai prodotti sanitari per le popolazioni. Garantire l’accesso ai farmaci – conclude l’Oms – è la chiave per far avanzare la copertura sanitaria universale”.
Estratto da AboutPharma del 28 maggio 2019
Le differenze fra il testo proposto ed il testo approvato
Un piccolo numero di paesi, tra cui Germania, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito, aveva “chiesto” un testo più flessibile.
Martedì è stato finalmente raggiunto un consenso, consentendo l’adozione formale della risoluzione da parte degli Stati membri.
Il testo adottato è stato però in gran parte mitigato, soprattutto per quanto riguarda la trasparenza sulle sperimentazioni cliniche e costi di produzione dei farmaci.
I sostenitori della risoluzione sono riusciti a mantenere nel testo finale il principio di trasparenza dei prezzi, il documento infatti afferma che si invita a “prendere le misure necessarie per condividere pubblicamente informazioni sul prezzo netto”.
Ma mentre il piano iniziale invitava gli Stati a “esigere la diffusione dei risultati e dei costi degli studi clinici umani”, la risoluzione adottata si limita a chiedere loro di intervenire per “sostenere la diffusione e una migliore disponibilità dei dati risultati e – se sono già pubblichi o forniti volontariamente a disposizione – il costo degli studi clinici”.
La risoluzione semplicemente chiede agli Stati di “migliorare la comunicazione di informazioni dei fornitori sui prodotti per la salute approvati, ad esempio, i rapporti di reddito, prezzi, di unità vendute, le spese di vendita e sussidi” mentre il progetto iniziale “esigeva di essere rese pubbliche” le informazioni.
La risoluzione invita inoltre gli Stati a migliorare le “informazioni di notifica pubblica sulla situazione dei brevetti e l’autorizzazione di commercializzazione di prodotti per la salute”, mentre il progetto presentato da Italia chiamava i paesi a “migliorare la trasparenza per quanto riguarda i brevetti.”
La scorsa settimana, una cinquantina di organizzazioni non governative, tra cui MSF e Médecins du Monde, aveva chiesto l’adozione di una risoluzione “forte”.
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