Cari colleghi ,come oramai avrete capito leggendo i miei interventi, ogni tanto scrivo qualche lettera per accendere i riflettori della nostra comunità e di chi ci legge mettendo in evidenza storture e malefatte che colpiscono alcune aziende del sistema farmaceutico.
Nei giorni scorsi sul web è stato un fiorire di articoli relativi a quanto sta accadendo nel settore, con richiami precisi a situazioni aberranti che colpiscono molti nostri colleghi.
Un argomento più di altri però tende a contraddistinguere il nostro settore e si chiama Omertà. Secondo l’enciclopedia on line Wikipedia con tale termine si intende quanto segue: “L’omertà è l’atteggiamento di ostinato silenzio atto a non denunciare reati più o meno gravi di cui si viene direttamente, o indirettamente a conoscenza e la si commette celando l’identità di chi ha commesso un reato o comunque tacendo circostanze utili alle indagini dell’autorità giudiziaria”
Senza voler intendere dietrologie strane che fanno pensare ad episodi camorristici o mafiosi che nulla hanno a che vedere con il nostro argomento, voglio meglio esplicitare il mio discorso.
Quanti di noi conoscono malefatte più o meno gravi della propria azienda ,dei propri dirigenti e colleghi e fanno finta di nulla ?
Quanti si trincerano dietro un facile perbenismo di chi si fa i fatti suoi pur essendo consapevole di assistere a situazioni illegali o borderline ?
Quanti sono costretti ogni giorno ad accettare ob torto collo situazioni al limite del legale ?
Penso tanti, tantissimi, ma solo pochi o pochissimi reagiscono a questo modo di fare. Si tende ad ingoiare qualsiasi rospo temendo le ire aziendali. I più di noi sono costretti a sentire messaggi mafiosi più o meno velati su qualsiasi argomento evitando perciò di esporre idee nuove e strade diverse da quelle battute quotidianamente dai marketing di Big Pharma. E noi in silenzio, omertosi tendiamo a coprire tutto ,vergognandoci come se fossimo noi i colpevoli di certe malefatte. Tutto è nascosto e mistificato. La verità viene nascosta, taciuta o peggio ancora sussurrata.
Anziché rispedire al mittente chiari messaggi di risposta tendiamo a chiuderci in noi stessi, negandoci anche il pensiero oltre che la libertà. E’ su queste basi omertose che nascono e crescono i problemi della categoria. Molte aziende hanno interesse a lavarsi i cosidetti panni sporchi in casa. Non amano la vetrina mediatica che li dipinge per quello che sono,anzi cercano se possono tramite le loro lobbies di convincere il mondo esterno che sono dei santi immacolati privi di ogni peccato e dotati di mille virtù.
E’ questo cerchio che dobbiamo rompere, dobbiamo sempre più avere il coraggio di denunciare quanto sta accadendo nel nostro settore, a quale mobbing siamo quotidianamente sottoposti, quante angherie dobbiamo sopportare per le nostre idee, le nostre scelte anche professionali di etica e di rispetto delle regole. Altro importante aspetto a mio avviso riguarda la delazione che in moltissimi casi rappresenta uno dei veri punti di forza di un sistema che vuole tutti allineati e controllati. Dobbiamo tagliare queste informazioni che nulla di buono portano a chi se ne fa latore ed alla categoria.
Iniziamo a pensare ed agire in modo diverso. I risultati si vedranno molto presto.
Osvaldo Panti
21.04.2010
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