Infermieri supplenti dei medici di famiglia?
FIMMG: irrispettose, se confermate, le dichiarazioni di Letizia Moratti
Lasciano senza parole, se confermate, le recenti dichiarazioni di Letizia Moratti: “infermieri come supplenti dei medici di famiglia per affrontare la carenza”. Parole irrispettose nei confronti dei medici e del loro lavoro, parole irrispettose nei confronti degli infermieri, come se questi ultimi fossero dei “piccoli medici” e non avessero una professionalità distinta e autonoma.
Soprattutto, però, sono parole sconcertanti per i cittadini lombardi, molti di loro privi del medico di famiglia, che si vedono proporre come “supplente” un infermiere. Qui non si tratta più di task shifting ma di politiche di guerra o da paese in via di sviluppo. Certo, in un contesto di questo tipo, sembra superfluo discutere di responsabilità professionali o di problemi assicurativi.
Forse la cosa più utile a questo povero paese è dare pubblicità a queste affermazioni, senza bisogno di ulteriori commenti. I cittadini sono perfettamente in grado di capire.
Comunicato Stampa Fimmg – 9 giugno 2022
Cure primarie, svolta in Lombardia: “Infermieri supplenti dei medici di famiglia”
L’annuncio è di Letizia Moratti, che parla di sperimentazione in alcune Asst (non meglio precisate), ma circoscrive la novità, introdotta per sopperire alla carenza di Mmg : “Mi auguro siano supplenze temporanee e brevi”.
“Gli infermieri avranno un ruolo determinante nella nuova sanità che stiamo costruendo. Anche in tema di cure primarie, offrendo supporto e supplenza per affrontare la carenza di medici di medicina generale. Una sperimentazione in corso presso alcune Asst e che sarà oggetto di valutazione”.
Così Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha risposto all’agenzia Dire in occasione intervenendo oggi al convegno Sidmi (Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche).
Una novità, l’annuncio degli infermieri “supplenti” dei medici in Lombardia, che ha destato non poche perplessità. Tanto che Moratti si è affrettata a precisare: “Più delle sperimentazioni che riguardano una supplenza degli infermieri sui medici di medicina generale – e mi auguro siano supplenze temporanee e brevi – il mio auspicio è che si arrivi più rapidamente possibile a una ridefinizione organizzativa dei medici di medicina generale che permetta alle Regioni di individuare gli ambiti in cui i medici di base sono necessari”.
La vicepresidente lombarda con delega al Welfare circoscrive dunque la novità, anche se conferma le sperimentazioni in corso, senza specificare quali siano le Asst interessate. E sulla libera professione infermieristica procede decisa: “Quello del lavoro in esclusiva è un problema che sta molto a cuore agli infermieri, ossia il problema dell’esclusiva. Mi sono fatta promotrice di portare questa tematica in Commissione Salute (Stato-Regioni, ndr) e ne ho parlato anche col ministro. Quindi questo è il tema principale”.
In Italia ci sono OSS che vengono ‘promossi’ a infermieri (VEDI) e… Infermieri che, oltre a fare gli OSS in chissà quante realtà (VEDI), si ritrovano a essere utilizzati come medici di base.
Avete capito bene: ad annunciare quest’ultima follia, travestita da sperimentazione in alcune Asst lombarde, è stata la vicepresidente e assessore al welfare della Lombardia Letizia Moratti, intervenuta ieri mattina al convegno Sidmi (Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche). [Fonte Dimensione Infermiere]
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Nota
La Riforma sanitaria
La riforma dell’assistenza sanitaria territoriale, che prenderà forma con il cosiddetto DM71, coinvolge in primo luogo i medici di famiglia che saranno uno dei pilastri delle nuove Case di comunità. Il dato strutturale è ormai noto: ci saranno 1350 Case della Comunità (CdC), 400 Ospedali di Comunità (OdC) e 600 Centrali Operative Territoriali (COT) previsti dalla Missione 6 del PNRR.
Il DM71 descrive gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all’assistenza territoriale e al sistema di prevenzione in ambito sanitario che le regioni e province autonome saranno tenute a garantire. Resta però incertezze su come interagiranno le figure professionali che saranno chiamate a soddisfare le esigenze di salute dei cittadini.
In Lombardia mancano 969 medici di base e un pediatra, 275 dei quali nel territorio di Ats città metropolitana di Milano, che arriva fino a Lodi, con 60 posti solo per il capoluogo. Secondo le stime di vari sindacati e delle opposizioni mancano 9.500 infermieri in Lombardia, tra ospedali pubblici, privati e Rsa. Secondo la Direzione Welfare, 600 sono quelli che servono subito nella sanità pubblica
“La carenza di medici, di Medicina Generale e specialisti – spiega Anelli, Presidente FNOMCeO – è frutto dell’inefficace e non corretta programmazione delle attività formative messa in atto dalle Regioni. Non si può, ora, ribaltare la responsabilità sui medici, sugli infermieri e soprattutto sui cittadini, che dovrebbero pagare con un’assistenza monca, improvvisata e inappropriata le colpe dei decisori”.