21 SET – Gentile direttore,
la professione condivide la visione del Ministro Balduzzi, espressa nell’intervista pubblicata ieri, di un farmacista che non è un operatore commerciale, ma un professionista che opera nel servizio sanitario a tutela della salute dei cittadini. Anzi, già nel 2006 la Federazione aveva presentato le sue proposte per aumentare il ruolo e la responsabilità del farmacista a tutti i livelli: sul territorio come in ospedale. Opera che ha avuto un primo esito nella Legge 69 sulla farmacia dei servizi.
Da allora ci siamo adoperati per realizzare esperienze concrete finalizzate a questo obiettivo, in molte delle quali – come il progetto sul rischio clinico legato al farmaco e quello sul farmacista di dipartimento –, siamo stati partner dello stesso Ministero. Nessuno più dei farmacisti italiani, dunque, è convinto che si debba puntare sulla professionalità soprattutto se, come lo stesso Ministro Balduzzi, si è convinti che il futuro sia la farmacia dei servizi.
Tuttavia non si può ignorare che, per quanto riguarda la rete della farmacie di comunità, puntare sulla professionalità significa innanzitutto prevedere il ritorno di tutti i farmaci nella disponibilità del farmacista di comunità, compresi gli innovativi: è questo il primo passo per scongiurare qualsiasi deriva commerciale vera o presunta. Ovviamente con il corollario di un sistema di remunerazione che permetta la sostenibilità economica del servizio.
Le parole del Ministro sono comunque di buon auspicio, anche in considerazione del fatto che è stato pubblicato il decreto che istituisce il tavolo ministeriale per la definizione degli aspetti professionali e scientifici della Legge sulla farmacia dei servizi, al quale partecipa la Federazione assieme ai rappresentanti delle altre professioni sanitarie coinvolte. La speranza è che, con l’aiuto del Ministro, il tavolo operi rapidamente e concretamente.
Andrea Mandelli
Presidente Fofi
21 settembre 2012