La scorsa settimana la giunta regionale ligure ha approvato il piano di assistenza farmaceutica, che ne prevede l’utilizzo
Venerdì scorso è stato approvato dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore alla salute Claudio Montaldo, il piano di assistenza farmaceutica territoriale e ospedaliera 2013-2014. Tra le azioni previste nel piano: la promozione e l’utilizzo dei principi attivi non coperti da brevetto, visto che nel anche nel 2013 vi saranno alcune scadenze brevettuali, con l’obbiettivo di contenere la spesa e poter quindi disporre di maggiori risorse per la copertura dei costi legati alla disponibilità di farmaci innovativi tra cui quelli per l’epatite e il melanoma. Dalla manovra sui farmaci “equivalenti” la giunta Regionale ha previsto un risparmio di circa 12 milioni di euro.
Un nostro lettore, M. Caviglione, sul tema ci scrive: " Questo vostro articolo non fa che confermare il fatto che il medico di famiglia è sempre più incitato, per non dire costretto, a prescrivere, oltre che una minore quantità di esami e di farmaci, una maggiore quantità di farmaci generici, che sono in gran parte di qualità minore rispetto a quelli di marca, dato che per legge possono contenere fino al 20% in meno di principio attivo, oltre che a differenti eccipienti che possono causare reazioni allergiche divaria gravità, che si aggiungono alla minore efficacia dovuta alla minore concentrazione del principio attivo. In nome di che cosa? Ma di un maggior risparmio. Ma dove sta il risparmio se proprio con l’assunzione del farmaco generico la malattia del paziente viene peggio controllata, con conseguente maggiore richiesta di esami diagnostici, di visite specialistiche e di ricoveri ospedalieri? Questa vergognosa e tambureggiante campagna a favore del farmaco equivalente, sempre più spesso importato in Italia da paesi dell’est, Indiae Cina, con poche se non alcuna garanzia nella sua produzione, in particolare riguardo le sostanze eccipienti, viene sempre più malvissuta anche dai medici ospedalieri; di recente a un congresso di urologia tenutosi al S.Paolo di Savona il prof.Giberti, primario urologo dell’ospedale, ha messo in guardiai medici di famiglia a proposito dell’uso dei farmaci chemioterapici orali cosiddetti equivalenti nel campo del carcinoma della prostata; l’assurdo della faccenda sta nel fatto che la farmacia dell’ospedale dispensa gratuitamente ai malati solo questi "generici", e se il medico di famiglia ritiene opportuno scrivere invece al suo paziente il "farmaco di marca", deve darne una motivazione scritta sulla base di reazioni allergiche o di minore efficacia del generico, in questo caso una insufficiente riduzione del PSA, marcatore tumorale specifico del carcinoma prostatico. Un altro farmaco vitale, un antiaggregante piastrinico sempre più prescritto dagli specialisti dopo un evento ischemico, cardiaco o cerebrale, viene da qualche mese concesso dalla farmacia dell’ospedale solo nella sua forma "generica" o "equivalente" ,mentre, se il paziente vuole assumere invece quello di marca, deve pagarselo integralmente, e sono cifre spesso non alla portata di questi malati, di solito pensionati. E ci sono vari altri esempi di questo tipo,