“A volte basta semplicemente credere di avere assunto un farmaco per stare meglio. È l’effetto placebo, a cui si assiste quando i sintomi di un paziente migliorano in seguito all’assunzione di una sostanza priva di principi farmacologicamente attivi (qualcuno ha detto omeopatia?). Un fenomeno ben noto in medicina, tanto che nelle sperimentazioni cliniche i nuovi farmaci devono dimostrare la loro efficacia proprio contro quella di un placebo, ma che presenta ancora diversi lati oscuri.
Un nuovo studio dell’Università di Cincinnati, pubblicato sulla rivista Neurology, svela per esempio una caratteristica fino a oggi sconosciuta: cioè che anche nei placebo, il prezzo fa la differenza. Lo studio è stato svolto su pazienti affetti da morbo di Parkinson, patologia per cui è stato dimostrato da tempo che l’assunzione di placebo può risultare estremamente efficace.
Ai 12 volontari che hanno partecipato all’esperimento è stato assicurato che avrebbero ricevuto un nuovo farmaco in grado di potenziare la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che risulta presente in quantità insufficiente nei pazienti colpiti da Parkinson. I ricercatori hanno spiegato ai pazienti che sarebbero state loro iniettate due versioni differenti della sostanza, ma di uguale efficacia: una dal costo di 1.500 dollari, e una più economica da 100 dollari a dose.
In entrambi i casi, i pazienti hanno ricevuto in realtà delle semplici iniezioni di soluzione fisiologica. Andando a misurare i benefici apportati dalla terapia sui sintomi motori dei pazienti, i ricercatori hanno scoperto che, in media, l’efficacia del placebo risultava quasi doppia in quelli che avevano ricevuto prima il falso farmaco più costoso, rispetto al gruppo a cui era stata iniettata prima la versione economica.
In entrambi i casi l’efficacia è risultata minore di quella del farmaco utilizzato normalmente dai pazienti, il levodopa, ma nel gruppo che aveva assunto prima il placebo più costoso i benefici si avvicinavano notevolmente a quelli del medicinale vero.”