Le parafarmacie potrebbero essere autorizzate a vendere tutti i farmaci contenuti nella fascia C, senza obbligo di ricetta, oppure solo i medicinali generici equivalenti a quelli presenti nella fascia C.
Sabato, 13 Dicembre 2014 – Farmacista33
A giudicare dalle ultime indiscrezioni sui contenuti dell’ultima bozza del ddl Concorrenza per le farmacie non tira un’aria buona. Il Governo, infatti, è realmente intenzionato a fare interventi corposi sul settore, mirati a “incrementare la concorrenza nella distribuzione farmaceutica”.
Si comincia da uno dei capitoli più discussi ossia la vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie. Le due opzioni contenute nell’ultima bozza, infatti, precisano come le parafarmacie potrebbero essere autorizzate a vendere tutti i farmaci contenuti nella fascia C, senza obbligo di ricetta, oppure solo i medicinali generici equivalenti a quelli presenti nella fascia C.
Ma non finisce qui. L’intento del Governo è quello di intervenire sia sul numero di farmacie sia sul limite massimo di licenze per il titolare di farmacia. Per quel che riguarda il numero di farmacie l’intenzione sembra quella di trasformare, come preannunciato “l’attuale numero massimo in numero minimo”. La norma prevede che alla legge 475 del 2 aprile del 1968 dopo le parole “una farmacia” sia inserita la parola “almeno”.
Il nuovo testo, perciò, recita “il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia almeno ogni 3.300 abitanti”. Quanto alle licenze l’intenzione è di cancellare il limite di quattro che ogni titolare può avere nella stessa provincia dove ha sede la società. Un altro intervento finalizzato a diminuire i limiti per l’apertura di nuove farmacie.
Verrebbe così cancellato il comma 4bis dell’articolo 7 della legge 362 del 8 novembre 1991: “Ciascuna delle società” titolare dell’esercizio della farmacia “può essere titolare dell’esercizio di non più di quattro farmacie ubicate nella provincia dove ha sede legale”.
L’ultimo tassello inserito dal Governo nella bozza del ddl Concorrenza riguarda i medicinali generici, equivalenti a quelli di cui è in scadenza il brevetto o il certificato di protezione complementare, che, al contrario di quanto previsto ora, potranno essere classificati come farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale.
“In sede di periodico aggiornamento del Prontuario farmaceutico nazionale” si legge nella norma che si chiede di stralciare, “i medicinali equivalenti, ai sensi di legge, ai medicinali di cui è in scadenza il brevetto o il certificato di protezione complementare non possono essere classificati come farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale con decorrenza anteriore alla data di scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare, pubblicata dal ministero dello Sviluppo economico ai sensi delle vigenti disposizioni di legge”.
Si tratta di una bozza e il ministero per ora non conferma ma il momento della verità è sempre più vicino.
Marco Malagutti