Ma il cambio di rotta non è cosa facile quando ci sono di mezzo le corporazioni. «La priorità per il Paese è la creazione di nuovi posti di lavoro e quando non si hanno fondi sufficienti per fare investimenti è necessario stimolare la crescita rimuovendo gli ostacoli posti a difesa di pochi e limitati interessi».
LUNEDÌ 12 GENNAIO 2015 – healthdesk
Secondo Mnlf, il ddl potrebbe essere lo strumento giusto per aprire il mercato alla concorrenza attraverso le liberalizzazioni. Ma il cambio di rotta non è cosa facile quando ci sono di mezzo le corporazioni, si legge nella nota. Il riferimento è all’intervento del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo
«Peccato che ad oggi, ovvero dopo circa tre anni da quel provvedimento, nemmeno una delle 5.000 nuove farmacie paventate abbia aperto i battenti e se mai si riuscirà
«La priorità per il Paese è la creazione di nuovi posti di lavoro e quando non si hanno fondi sufficienti per fare investimenti è necessario stimolare la crescita rimuovendo gli ostacoli posti a difesa di pochi e limitati interessi».
Liberalizzazioni, Parafarmacie a Vicari: il problema è l’immobilismo dei titolari
«Che l’onorevole Vicari anticipi i contenuti del pacchetto liberalizzazioni facendo un formidabile assist alle lobby era alquanto prevedibile essendo queste l’elettorato di riferimento del Nuovocentrodestra. Quello che invece sfugge è, a questo punto, sapere la reale posizione in proposito di questo Governo: del PremierMatteo Renzi in primis, e del titolare del dicastero, il ministroFederica Guidi che, fino a prova contraria, ha nelle sue mani il coordinamento dell’intero disegno di legge sulla concorrenza». Così il presidente della Federazione Nazionale parafarmacie italiane,Davide Gullotta, in una nota risponde all’intervista rilasciata a Farmacista33 dal sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari, nella quale le parafarmacie vengono chiamate in causa perché non avrebbero raccolto le possibilità offerte dalle liberalizzazioni del Governo Monti. «Pseudoliberalizzazioni» risponde Gullotta a Vicari «grazie alle quali, le parafarmacie avrebbero avuto concrete possibilità di competere e svilupparsi: le preparazioni galeniche e la vendita di farmaci veterinari nel contesto nazionale non arrivano al 7% di tutto il mercato farmaceutico italiano. Questa sarebbe stata, secondo lei, la grande occasione da sfruttare, gentile onorevole?» Ma ce n’è anche per il delisting «ininfluente» secondo il presidente delle parafarmacie, e per il concorso per le nuove sedi. «Già dalle prime graduatorie» sottolinea Gullotta «emerge che molti dei legittimatissimi vincitori di sede sono figli di farmacisti titolari che erediteranno un’altra farmacia. Alla prova dei fatti un concorso su base meritoria, insieme al vincolo di ereditarietà di una concessione statale, crea esattamente questo genere di anomalie. Oggi, così come era nelle corporazioni medievali, le sedi farmaceutiche ancora si ereditano: votando Renzi pensavamo di rottamare anche questa anacronistica casta ma a quanto pare una parte della coalizione di governo che lo sostiene è di tutt’altro parere», dichiara il numero uno delle parafarmacie. «È giusto dunque, onorevole Vicari, preservare un sistema dove non si premia il merito ma il diritto per nascita? È proprio questo il tallone di Achille nel settore del farmaco: per centinaia di anni il diritto di esercizio alla professione è passato di padre in figlio, rimanendo nelle mani di pochi e quei pochi non hanno avuto nessun reale interesse a migliorarsi. Il vero motivo della crisi nel settore non sono i tagli alla spesa farmaceutica ma l’immobilismo che i farmacisti titolari perpetuano grazie al sostegno di governi compiacenti». Di tenore analogo la nota del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf) che in riferimenti ai numeri forniti dal sottosegretario parla di «dati palesemente infondati». «Nemmeno una delle 5000 nuove farmacie paventate ha aperto i battenti» sottolinea la nota Mnlf che aggiunge «peccato che la senatrice Vicari non sappia che se mai si riuscirà a terminare l’iter concorsuale sarà un vero e proprio “miracolo” se potranno aprire un numero di farmacie che corrisponderà a un aumento degli esercizi di appena il 5%. La Senatrice inoltre» continua la nota «motiva la propria posizione richiamando dati Federfarma sul numero delle farmacie che sarebbero vicine alle chiusura o in gravi difficoltà. (7000 prossime alla chiusura e 4000 in difficoltà). A parte l’enormità dei numeri che si commentano da soli, si consiglia al Sottosegretario di controllare meglio le proprie fonti e di evitare di riportare dati con cui già altri si sono coperti di “ridicolo” perché palesemente infondati. Il settore delle farmacie meno di altri ha sofferto la crisi e il 2014 si è chiuso con il segno più. Le uniche farmacie che sono in seria sofferenza, meno di un centinaio su tutto il territorio nazionale, sono quelle mal gestite da tempo ove solo il monopolio a garantito loro la sopravvivenza».
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Liberalizzazioni, Gullotta: “Crisi farmaco causa di farmacisti titolari e Governi compiacenti”
“Pseudoliberalizzazioni” è il termine col quale Davide Gullotta commenta i decreti attuativi mossi dai precedenti Governi, incluso quello Monti ritenuto invece da Vicari una forma d’opportunità non colta dal settore, che sintetizza e riassume molto del pensiero mosso dall’Fnpi su tematiche quali la vendita di farmaci di fascia C, l’ottenimento di sedi farmaceutiche e persino il delisting. Proprio il concorso straordinario, attualmente una delle procedure soggette a maggiori problematiche e fortemente in ritardo rispetto i tempi prefissati, rappresenterebbe l’emblema dell’immobilismo di un sistema compiacente in favore dei titolari di farmacia, quale ristretta cerchia ereditaria confermatasi tale anche attraverso il concorso e priva dello spirito basilare di miglioramento, oltre che favorita dal Governo stesso, ad oggi colpevole d’aver preservato un sistema basato sul diritto di nascita e sul monopolio nel settore del farmaco scongiurando nel tempo le liberalizzazioni in ogni loro forma concreta.
Il pensiero del presidente Fnpi si contrappone, così, a quello espresso da Vicari in un’intervista esclusiva a Farmacista33 nella quale veniva espressamente sottolineata l’incapacità delle parafarmacie di cogliere opportunità come le preparazioni galeniche o la vendita di farmaci veterinari, ritenute da Gullotta un palliativo quantificabile nell’appena il 7% del mercato farmaceutico nazionale, e nel delisting, bocciato come “ininfluente“. Altrettanto duro, viste le esternazioni del sottosegretario allo Sviluppo economico, è stato quindi il commento rispetto l’operato del premier Renzi sulle liberalizzazioni: “Votandolo pensavamo di rottamare anche questa anacronistica casta ma a quanto pare una parte della coalizione di governo che lo sostiene è di tutt’altro parere…Il vero motivo della crisi nel settore non sono i tagli alla spesa farmaceutica ma l’immobilismo che i farmacisti titolari perpetuano grazie al sostegno di governi compiacenti“.
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