La Novartis a Mumbai
di Giovanna Faggionato
Una sentenza epocale che rischia di restare un unicum nella storia.
Il pronunciamento della Corte suprema indiana contro Novartis, a favore della commercializzazione dei farmaci generici anti-tumorali, ha segnato una data memorabile nella lotta dei Paesi emergenti contro i colossi farmaceutici occidentali, chiamati Big Pharma da chi ne contesta le posizioni di monopolio
LA BATTAGLIA INDIANA. New Delhi da tempo protegge la sua florida industria di farmaci generici, ingaggiando una fiera battaglia contro la politica della iper brevetizzazione delle multinazionali americane ed europee. Tanto che il Subcontinente è diventato la grande farmacia low cost dei Paesi in via di sviluppo. Potrebbe però essere costretto presto ad abbandonare questo ruolo. Per colpa dell’Unione europea.
L’ABBRACCIO (MORTALE) DELL’UE. Il trattato di Commercio bilaterale tra l’Ue e l’India, su cui sono in corso dal 2011 fitti negoziati, impone infatti nuove regole sulla proprietà intellettuale. A tutto vantaggio di Big Pharma.
Il 15 aprile il ministro dell’Industria indiano è atteso a Bruxelles per discutere proprio di copyright, l’ultimo cruciale capitolo delle trattative.
«Con tutta probabilità i cittadini del Vecchio Continente non sanno il ruolo giocato dall’Ue a favore delle lobby industriali del farmaco», ha dichiarato a Lettera43.it Nicoletta Dentico, co-direttrice della Ong svizzera Health innovation in practice.
La legge indiana: brevetti solo nel caso di vera innovazione e pareri dalla società civile.
La contrapposizione tra Paesi sviluppati ed emergenti sui brevetti farmaceutici è un affare di lunga data.