Sempre in conflitto d’interessi. Milano può perdere l’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco. Imbarazza il delegato italiano assunto dai privati
La Notizia Giornale.it – di Carola Olmi – 5 ottobre 2017
Nonostante proprio Aifa gli abbia chiesto di restituire parte dei giganteschi compensi percepiti nel periodo in cui ne è stato direttore generale, eccedendo il tetto dei 240mila euro stabilito per le pubbliche amministrazioni, il nostro Governo su indicazione della stessa Autorità sui farmaci (sottoposta al controllo dei ministeri della Salute e dell’Economia) lo ha nominato rappresentante italiano nel Chmp dell’Ema, il comitato che ha l’ultima parola nell’autorizzare l’immissione in commercio dei medicinali sul territorio europeo. Un ruolo dal quale Pani si è dimesso nei giorni scorsi per tenersi unicamente l’incarico di “executive director of global medical innovation” della Neurocog, un’azienda privata che si occupa proprio di servizi e consulenze per lo sviluppo di
Posti di lavoro a rischio – Certo, in quanto fatto da Pani non si ravvisa alcun reato, perché non esistono leggi europee che vietano il passaggio o la coabitazione tra incarichi pubblici e privati, ma un tale tipo di comportamenti più che dai codici in Europa è censurato culturalmente. da qui le ricadute proprio memntre si sta decidendo se assegnare la nuova sede dell’Ema all’Italia o ad altri Paesi che ne hanno fatto richiesta. Una scelta importantissima, sulla quale è in corsa Milano, perchè l’Agenzia porterebbe centinaia di nuovi posti di lavoro. Siamo di fronte dunque a un fatto gravissimo, almeno secondo quanto evidenziato dalla parlamentare Cinquestelle Giulia Grillo, che il 29 settembre scorso ha presentato un’interpellanza chiedendo al ministro Beatrice Lorenzin se era a conoscenza di quanto accadeva.
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