Il dottore Michele Galluccio Mezio dell’ospedale di Copertino e l’informatore scientifico Fabio Tridici rispondono per il reato di concorso in esercizio abusivo della professione medica. L’inchiesta dopo il video di Report
di CHIARA SPAGNOLO – R.it Bari
La vicenda fu portata alla luce dalla trasmissione Report di Rai3, alla quale un tecnico, presente in sala operatoria il giorno dell’intervento incriminato, inviò un video ma senza formalizzare alcuna denuncia in Procura. L’inchiesta fu aperta invece su segnalazione dell’Azienda sanitaria salentina, a sua volta sollecitata dalla Boston Scientific, una società americana che realizza e vende apparecchi destinati agli ospedali di cui Tridici era all’epoca dipendente.
Nella sua qualità di esperto di macchinari in uso, avrebbe potuto assistere all’impianto di alcuni dispositivi biventricolari in un uomo che soffriva di una grave patologia cardiaca ma non parteciparvi. Nel filmato mandato in onda e poi finito nel fascicolo d’indagine, invece, si vedeva chiaramente Tridici mettere mano agli attrezzi da chirurgo e poi intervenire sul cuore del paziente.
La Asl nell’immediato aveva reso noto di avere saputo che l’attività posta in essere da Tridici (che in precedenza aveva lavorato anche come infermiere professionale) era stata necessaria a causa del precipitare delle condizioni di salute del paziente, sottolineando il corretto operato del dottore Galluccio Mezio.
Di tutt’altro avviso sono stati invece i carabinieri del Nas, che hanno portato al pm Roberta Licci le prove necessarie per chiedere ed ottenere il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati. Il processo inizierà il 1 luglio.
LECCE – Nel 2014 fece il giro d’Italia e del web il video che immortalava un chirurgo dell’ospedale di Copertino mentre effettuava un intervento operatorio a cuore aperto insieme a un venditore di apparecchiature elettromedicali. A distanza di un anno e mezzo sia il dottore Michele Galluccio Mezio che l’informatore Fabio Tridici sono stati rinviati a giudizio dal gup di Lecce Giovanni Gallo, per il reato di concorso in esercizio abusivo della professione medica. Il dottore è stato contestualmente prosciolto dalle accuse di falso, contestate a causa di sette presunte visite mediche nell’ambulatorio dell’ospedale, che avrebbe delegato ad persone non autorizzate.