Grazie all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, le aziende farmaceutiche stanno perseguendo una politica di recupero dei loro profitti che passa, non attraverso l’innovazione e la ricerca, ma attraverso la diminuzione dei cosi detti costi fissi (il personale).
Cari colleghi, in quest’ultimo periodo, già tanto difficile per la nostra nazione, assistiamo sbigottiti al sistematico taglio nel nostro settore di informatori scientifici del farmaco e di lavoratori interni alle industrie farmaceutiche.
Quanto sta accadendo in Sigma Tau è sulle bocche di tutti, una azienda considerata un modello italiano di eccellenza sia per la gestione delle risorse umane che per le cosiddette relazioni industriali (vedi rapporto fra azienda e sindacato) è in preda ad una follia omicida che distrugge azienda e lavoratori. Ma non è tutto qui, visto quanto sta accadendo in altre aziende come Pfizer ed ultimamente in Astra Zeneca, che continuano nella loro opera di smantellamento.
Ma come se non bastasse, all’orizzonte già si delineano altri morti e feriti nel nostro settore con la già preannunciata falcidia di isf e di maestranze della nipponica Takeda in Europa ed Usa e della francese Sanofi Aventis.
In tutto questo baillame il comunicato stampa di Farmindustria del 24.01.2012 è come una ciliegina sulla torta. Da esso apprendiamo che la stessa “ denuncia con forza l’effetto devastante sulle imprese farmaceutiche del Paese, che deriverà dalla norma inserita nel decreto liberalizzazioni che di fatto – deviando la quasi totalità delle prescrizioni mediche sui soli generici – cancella ex lege uno dei settori più hi tech della nostra economia” .“La misura – secondo le ultime ipotesi circolanti – risulterebbe di fatto costringere il medico ad indicare e il farmacista a dispensare solo farmaci generici, innescando un’inaccettabile distorsione della concorrenza a danno del prodotto con marchio.”
“ E proprio ora che le imprese industriali farmaceutiche potrebbero rappresentare parte della soluzione ai problemi del Paese, perché motore di crescita. Le conseguenze saranno gravissime per l’occupazione di 65.000 dipendenti ”
Non voglio sembrare polemico, ma tutte queste affermazioni sembrano e cercano di confermare quello che da più parti è oramai risaputo. Le aziende farmaceutiche hanno deciso di “alleggerirsi” di personale oramai ritenuto inutile scaricandone i costi su tutta la società. Grazie all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, le aziende farmaceutiche stanno perseguendo una politica di recupero dei loro profitti che passa, non attraverso l’innovazione e la ricerca, ma attraverso la dimin