Il trafiletto era quasi nascosto nelle pagine interne del giornale che stavo leggendo. Poche righe che annunciavano una vera rivoluzione nei servizi, in particolare per gli anziani. C’era scritto: “La farmacia in Italia si candida ad allargare la gamma dei servizi al cittadino… I farmacisti si preparano a una nuova iniziativa: far pagare i bollettini postali direttamente con il Pos al banco”.
Più l’età avanza e più spesso ti trovi ad avere a che fare con la “farmacia”. Una volta ti capitava d’andarci poche volte all’anno. Poi, sempre più spesso, quasi una volta a settimana. Gli anni passano e i farmaci per star bene aumentano.
Il “farmacista”, sia femmina o maschio, diventa un amico fidato che spesso è più disponibile del medico della mutua: spiega, consiglia, insiste a spronare il malato riluttante a prendere quel farmaco. Certo, non è più quello di una volta che preparava pozioni ad hoc che il dottore di famiglia prescriveva. E’ rimasto però un consulente prezioso, anche se il suo negozio si è trasformato. Non solo medicinali, ma di tutto un po’. Dalle calze per signora che risolvono certi problemi alle vene, a tutta la gamma possibile ed immaginabile di prodotti per l’infanzia. Eppoi ci sono i saponi, gli sciampi alle erbe o all’olio extravergine d’oliva, ecc. ecc.
Più che farmacista, come l’ha conosciuto la generazione che ha superato gli “anta”, è un “negoziante-consulente di articoli per il benessere della persona”. Le competenze proprie del “farmacista” ce le deve avere tutte, ma non bastano. Ci vuole anche un “quid” per il saper vendere; per il saper proporre ai clienti, tra una medicina ed un’altra, un prodotto che possa interessarli.
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Per l’anziano, invece, le file massacranti alle poste per pagare, tra l’altro, luce e gas scomparirebbero. Insieme alla ricetta del medico curante per i soliti farmaci ci sarebbe anche il bollettino postale e, con ogni probabilità, la richiesta di spiegazioni per consumi ritenuti elevati oppure per multe considerate ingiuste o, ancora, per tante altre questioni. Un vero affare per l’utente. Un problema, certamente, per il farmacista.
Se è vero com’è vero che il futuro sarà sempre più “anziano”, allora vanno individuati servizi ad hoc per l’età che, fortunatamente, avanza. Ed è certo che il “farmacista” è uno di quei soggetti che per la sua funzione precipua potrà dare un grande contributo in tal senso. Ma senza snaturamenti delle sue funzioni. Più che attribuirgli altre incombenze lontane dalla sua ottica professionale, si potrebbero prevedere convenzioni ad hoc con i patronati. Per esempio nelle farmacie comunali, ma non solo, ci potrebbe essere uno sportello del patronato che dà tutta una serie di servizi aggiuntivi: bollettini postali compresi. In tal senso andrebbe modificata la legge 152/2001 che porta il titolo di “Nuova disciplina per gli istituti di patronato e di assistenza sociale”.
Elia Fiorillo – 02/11/2016 – Il Gazzettino Vesuviano
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