23 APR – Un’estesa diffusione dei farmaci equivalenti in Italia deve partire da un adeguato coinvolgimento e da una corretta informazione delle istituzioni pubbliche, degli addetti ai lavori e dei cittadini, con una particolare attenzione al ruolo delle regioni, detentrici della spesa sanitaria sul territorio. È necessario inoltre guardare a modelli virtuosi per l’impiego degli equivalenti, sull’esempio della Francia, dove è stato stipulato un accordo tra il sindacato dei farmacisti e il sistema previdenziale francese per l’obbligatorietà della sostituzione da parte del farmacista, a vantaggio sia del cittadino che del servizio sanitario nazionale. Sono queste le conclusioni scaturite dal workshop intitolato “I farmaci equivalenti per la sostenibilità del Sistema sanitario regionale in Emilia Romagna”, organizzato al Cosmofarma di Bologna dalla rivista About Pharma and Medical devices con il patrocinio di Assogenerici e il contributo incondizionato di Mylan.
L’evento ha messo in evidenza come da cinque anni il mercato globale dei farmaci equivalenti abbia avuto un trend più alto rispetto al totale del mercato mentre nel nostro paese gli equivalenti hanno venduto nel 2012 circa 300 milioni di pezzi che rappresentano il 25% del mercato dei medicinali non coperti da brevetto e solo il 16% del mercato totale. Un dato quest’ultimo che relega l’Italia in coda alla classifica europea.
Un case study presentato durante l’evento e riguardante la spesa per una patologia cronica ha messo in evidenza come, a fronte di un impegno economico pari al 52,9% del totale per molecole non coperte da brevetto, sia stato curato il 76,4% dei pazienti. La spesa media per paziente curato con molecole non coperte da brevetto è stata infatti di 100 euro mentre per le molecole con brevetto il dato è di 289 euro. Un esempio indicativo che dimostra il ruolo del farmaco equivalente nel garantire cure adeguate ad un maggior numero possibile di pazienti.
Nell’ambito del workshop si è discusso anche degli effetti della riforma Balduzzi ed è apparso chiaro come il provvedimento abbia dato solo un leggero impulso al mercato dell’equivalente, con un effetto più marcato solo per quei medicinali completamente off-patent, ad esempio gli inibitori di pompa protonica che hanno visto aumentare le vendite dell’equivalente in regioni come Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. La diffusione dei farmaci equivalenti presenta infatti situazioni abbastanza diversificate da regione a regione con una maggiore concentrazione al centro nord.
In Emilia Romagna per esempio si evidenzia una diffusione sopra la media in molte aree terapeutiche. Dopo il decreto di ‘Spending Review’ e l’indicazione alla prescrizione per principio attivo, nel segmento dei farmaci inibitori di pompa acida (antiulcera) si raggiunge il ‘sorpasso’ dei farmaci equivalenti rispetto ai brand a brevetto scaduto che coprono a Dicembre 2012 il 57% della spesa rimborsata per la classe.
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