Lettera di licenziamento per 176 dipendenti della Boehringer Italia. Giusto un anno fa, dal quartier generale in Germania, il gruppo farmaceutico aveva annunciato una drastica riduzione del personale entro il 2016. Adesso, siamo ai fatti. E si parte da noi, da Milano.
La tegola in testa arriva a impiegati e collaboratori scientifici della sede di via Lorenzini che da gennaio rimarranno a casa. “I motivi sono collegati ai forti tagli della spesa sanitaria – spiega un comunicato aziendale – e in particolare alla criticità della divisione Prescription Medicine da cui dipende il 75% del fatturato: negli ultimi anni, ha registrato un forte calo”.
Già. A parte le sanzioni pronte a scattare per i medici di base che vogliono sincerarsi sullo stato del paziente con visite specialistiche, rx, tac, risonanze, esami di laboratorio e test allergici… anche sui farmaci si è avvertito un bel giro di vite.
“Il mio medico, per la bronchite, mi ha segnalato un farmaco alternativo – dice una signora sui 40 anni –: quello mutuabile, molto noto, che avevo preso poco tempo fa, adesso non è più in commercio. Solo che questo qui costa 20 euro. Ed è a mio carico”.
Sta qui la svolta sui medicinali. Se da una parte l’Aifa ha pubblicato tutti quelli che dalla fascia A (completamente a carico del SSN) sono passati alla fascia C (a carico del paziente)…e amen, c’è anche un fenomeno di tipo diverso che avanza sempre più. I pazienti vengono dirottati a prendere dispositivi medici, integratori, parafarmaci, rimedi omeopatici.
Ma non solo dai medici di famiglia, quanto dai farmacisti…che suggeriscono (e raccomandano!) alternative non prescrivibili. E costose. Tutto a discapito delle aziende farmaceutiche ‘tradizionali’.
Oltre alla crisi della Boehringer, infatti (che è sostenuta da Assolombarda e in questi giorni ha accolto i rappresentanti sindacali insieme a Cgil, Cisl e Uil per cercare di trovare un accordo), ci sono acque agitate a casa di molti colossi del pharma: l’americana Pfizer vorrebbe rafforzarsi con la fusione con l’irlandese Allergan; la (ahimè, solita) Glaxo di Verona ha annunciato la mobilità di 60 dipendenti; la Abbot-AbbVie di Latina ne licenzierà 27.
Insomma, altra gente senza lavoro. Ma nelle ultime settimane, non si è parlato d’inversione di tendenza, di dati che segnano l’11,8% di disoccupati con un calo dell’8,1%?
twitter@laurabonani
6 novembre 2015 – Laura Bonani – La Nuvola del Lavoro Corriere
Notizia correlata: Il lento declino degli informatori farmaceutici
Farmaceutica: Scaccabarozzi, avremo ‘tsunami’ farmaci innovativi
Farmaceutica, continua l’aumento dell’occupazione: +1% prima metà 2015
Persi 13400 posti di lavoro in sette anni. Il sindacato tra incudine e martello
N.d.R.: Tra il 2004 e il 2014 i “medicinali e preparati farmaceutici” hanno registrato la maggiore crescita tra tutti i settori dell’economia: +11 miliardi di euro (fonte Istat IMS).
Le esportazioni rappresentano il 72% del fatturato, in forte crescita rispetto a 10 anni fa (46%)
Nel contempo la R&S è inferiore a quella dei principali Paesi europei e, nel periodo 2007/2014, ha licenziato 13.400 informatori.
Inoltre i medici possono consigliare prodotti non rimborsati per sfuggire alle minacce delle varie ASL sui budget di spesa loro assegnati.
Ognuno tragga le conclusioni che ritiene più opportune.