LAVORATORI SIGMA TAU BLOCCANO I GIOCATORI DELLA ROMA
29 gennaio 2012 14:22
Parola d’ordine: tenere alta l’attenzione. Ed oggi i dipendenti Sigma Tau ci sono riusciti benissimo, andando a bloccare il pullman dei giocatori della A.S. Roma a Trigoria. I calciatori, diretti allo stadio Olimpico per la partita contro il Bologna, sono rimasti quasi mezz’ora fermi, con un “muro” di persone, adulti e bambini, che impedivano il passaggio. “Vogliamo che tutti sappiano quello che sta succedendo – hanno spiegato i lavoratori – perché finora non è stato dato il giusto rilievo al dramma di centinaia di lavoratori. Dopo la protesta dei dipendenti dell’Alcoa, che una settimana fa, a Cagliari, hanno bloccato i giocatori della Fiorentina, abbiamo capito che riuscire a rimandare anche solo di un minuto la partita avrebbe portato l’attenzione sul nostro problema. Trigoria è vicinissima alla sede della Sigma Tau, ed il suocero di Francesco Totti un nostro collega. Venire qui è stato naturale”.
I dipendenti,circa un centinaio, hanno manifestato in maniera pacifica per l’intera mattinata, poi, al momento in cui i calciatori sono saliti a bordo del pullman della società, si sono posizionati in modo da bloccare il transito. Tra striscioni, fumogeni e cori da stadio, hanno chiesto ai giocatori di scendere, cercando comprensione. “Cinque minuti del vostro tempo: ci basta questo. Lo stadio non scappa, il lavoro sì”. Dopo venti minuti di protesta – con cori che, iniziati con “Forza Roma”, si stavano trasformando in “Siete delle m… non capite i problemi della gente che prima viveva con 1200 euro al mese e che adesso non ha più neppure quelli”, per poi arrivare in “Francesco, Francesco”, rivolti al capitano giallorosso – finalmente lo sportello del pullman si è aperto, facendo scendere Francesco Totti e Simone Perrotta in rappresentanza della squadra.
“Ho moglie e due figli”, ha spiegato un lavoratore al quale, per stemperare la drammaticità del momento, Totti ha risposto “Pure io ho moglie e due figli”.
“Francesco – gli ha poi detto il dipendente – io sono della Lazio, ma ti voglio bene lo stesso, soprattutto se ci dai una mano a far conoscere la nostra situazione, che tu dovresti conoscere benissimo, visto che tuo suocero è un nostro collega. Abbiamo bisogno di voi”.
“Cosa posso fare?”, ha chiesto il capitano della Roma.
“Mettiti il cappellino con scritto 569”, ha risposto il lavoratore. Ricevuta conferma da parte del