In Italia si può intraprendere la carriera dell’informatore medico-scientifico, sempre più bistrattata negli ultimi anni ed accessibile anche con una laurea più breve, ossia quella in ISF
A seguito della pubblicazione dei tanto discussi dati di Almalaurea riguardo lo status professionale dei laureati in farmacia, sono stati moltissimi i laureati che si sono sentiti tutt’altro che rappresentati da quellle statistiche. Del resto, quando si parla del mercato del lavoro in Italia, i dati corrispondenti a praticamente qualunque settore, appaiono spesso ai diretti interessati delle ricerche se non sospetti, perlomeno abbastanza strani e poco aderenti alla loro esperienza diretta.
26 Dic 2015 – Daniele Di Stefano – LiveUniCT
Cominciamo dall’Italia.
Nonostante le numerose e diversificate carriere lavorative professate dagli atenei, a conti fatti, in Italia, i laureati in farmacia e CTF hanno di fronte a loro una manciata di strade:
diventare dei collaboratori in farmacia, con tutto ciò che ne consegue;
diventare essi stessi titolari di farmacia o parafarmacia, se si dispone in famiglia di un’attività già avviata, o se si disponde delle risorse necessarie ad avviarne una;
intraprendere la carriera dell’informatore medico-scientifico, sempre più bistrattata negli ultimi anni ed accessibile anche con una laurea più breve, ossia quella in ISF;
proseguire gli studi e, con un po’ di fortuna ed ulteriori sacrifici, riuscire ad entrare in una scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera, con l’obiettivo di lavorare nella sanità pubblica.
Per quanto riguarda le opportunità presso le aziende, in Italia esse sono abbastanza rare, leggerissimamente più frequenti per i laureati in CTF rispetto a quelli in farmacia. A completare questo scenario c’è lo status sociale e lavorativo del farmacista, ruolo che può dirsi praticamente immutato negli anni, ma addirittura svalutato e ritenuto meno necessario di quanto si credesse un tempo.
Ma la situazione è identica anche al di fuori del territorio nazionale?
Anche il lavoro in farmacia, fuori dall’Italia, segue binari diversi. La farmacia italiana, infatti, chiusa nella sua incapacità di distaccarsi completamente dal passato, non può di certo dirsi paragonabile alle grosse catene di farmacie che esistono all’estero, in particolare in UK. In realtà di questo tipo, molto più ampie e prolifiche, sono necessari farmacisti di reparto, nonché farmacisti responsabili dell’intero punto vendita che, pur non essendone i proprietari, esercitano un ruolo manageriale. Ruoli manageriali sono anche quelli dirigenziali ricercati dalle grosse aziende, che in Italia non sono tantissime; queste possibilità di carriera e di crescita sono accessibili anche ma non solo ai laureati in Farmacia e CTF, e ne è un esempio il ruolo di marketing Manager.
Proseguendo la panoramica, in alcune nazioni si può addirittura pensare di vivere facendo ricerca, ma, in alternativa, la giusta specializzazione tramite un master, e quindi previo investimento di denaro in formazione, permette, sempre nelle aziende, di operare nella farmacovigilanza, nelle vendite ed in molti altri settori.
Si tratta, ovviamente, non di certezze assolute, ma di possibilità realizzabili. Lavorare all’estero non è tutto rose e fiori: bisogna procedere alla conversione dei titoli, ambientarsi, mantenersi, lavorare molto, combattere la lontananza da casa, senza poi, magari, ottenere i risultati sperati. Ed è anche vero che queste possibilità possono apparire improbabili, se non impossibili, agli occhi di un neolaureato o uno studente prossimo alla laurea in farmacia e CTF proveniente da un ateneo italiano, specialmente da uno del Sud. Ma in un mercato ed un mondo del lavoro che desiderano insistentemente flessibilità, mobilità e capacità di adattamento, forse è anche vero che l’idea di tener pronti i bagagli e lasciare il nido senza troppi rimorsi prima che la vita ci sfugga di mano deve essere necessariamente anch’essa una possibilità da contemplare.
Studiare psicologia, quali sono le opportunità offerte da una laurea in questo settore
Se l’obiettivo è quello di lavorare in un contesto pubblico, l’accesso dello Psicologo al Servizio Sanitario Nazionale è regolamentato da ulteriori decreti legge, che prevedono gli stessi requisiti dell’articolo 2. In linea di massima bisogna tener presente che il laureato che non è iscritto all’Ordine, può svolgere solo alcuni ruoli come quello di informatore scientifico, di dirigente dei servizi sociali, di insegnamento di pedagogia nelle scuole magistrali o di psicologia sociale in alcuni istituti professionali.
(estratto da On Tuscia.it del 23/12/2015)
N.d.R.: ricordiamo che l’attività dell’Informatore Scientifico del Farmaco è regolamentata dal D.Lgs. 219/06 il quale all’art.122 indica i titoli di laurea idonei a svolgere tale attività:
Medicina e chirurgia, scienze biologiche, chimica con indirizzo organico o biologico, farmacia, chimica e tecnologia farmaceutiche o medicina veterinaria. In alternativa gli informatori scientifici devono essere in possesso del diploma di laurea triennale in informazione scientifica sul farmaco (Classe di laurea L-29). Il Ministro della salute può, sentito il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con decreto, riconoscere come idonee, ai fini del presente articolo, altre lauree specificando gli insegnamenti essenziali ai fini della formazione.
Con il Decreto 3 Agosto 2007 vengono ammesse per svolgere l’attività di ISF anche la laurea in scienze naturali e laurea specialistica o laurea magistrale appartenenti alla classe 9/S – Classe delle lauree specialistiche in biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche e classe 68/S – Classe delle lauree specialistiche in scienze della natura. Vengono inoltre ammesse le lauree classe 1 – Classe delle lauree in biotecnologie, ora Classe L-02 – e classe 24 – Classe delle lauree in scienze e tecnologie farmaceutiche (ora Classe L-29) a condizione che siano stati superati gli esami di farmacologia, patologia, tossicologia, chimica farmaceutica e tossicologica, tecnologia e legislazione farmaceutica.
Con il Decreto 1 settembre 2009 vengono ammesse anche le lauree della Classe 62/S (Classe delle lauree specialistiche in Scienze Chimiche) e Classe LM-54 (Classe delle lauree magistrali in Scienze Chimiche).
NON ESISTE ALCUN DECRETO MINISTERIALE CHE AMMETTA LA LAUREA IN PSICOLOGIA FRA QUELLE IDONEE A SVOLGERE L’ATTIVITÀ DI INFORMATORE SCIENTIFICO DEL FARMACO.
Per maggiori dettagli e approfondimenti si veda “Come accedere alla professione di ISF”