La sanità jesina è al centro dell’attenzione negli ultimi mesi, per lo più sollevando preoccupazioni, che siano quelle dei cittadini che vedono ridotti i servizi sanitari, dei sindacati per l’occupazione o dell’Amministrazione che osserva l’incompiutezza dell’Ospedale. Vivere Jesi ne parla con Gaetano Martini, Presidente di Villa Serena.
Dott. Martini, che idea si è fatto del nuovo piano sanitario regionale?
Il piano non è noto nei dettagli ma ciò non riduce la preoccupazione, visto che l’85% del nostro budget dipende dalla convenzione con la sanità pubblica e ancora non sappiamo nulla di come influirà su di noi. La preoccupazione deriva dal fatto che l’impressione è che il piano guardi solo all’aspetto economico e non a quello delle necessità dei cittadini che chiedono servizi sanitari. Un piano sanitario dovrebbe partire invece da uno studio demografico e tener conto delle necessità dei pazienti che già ora si sentono spesso abbandonati. Certi protocolli per la sicurezza dei pazienti negli ospedali già oggi vengono disattesi per via di mancanze organizzative dovute alla scarsità di risorse. Ci sono segnali di questo disagio che si vedono anche nel numero sempre più alto di denunce e cause, sebbene su questo fenomeno sia in parte anche provocato da un interesse forte della categoria degli avvocati. Ha ragione il personale: la qualità dei servizi si sta riducendo e sicuramente non per colpa degli operatori, ma perché non c’è una vera risposta alle necessità della salute, ma si guarda solo all’esigenza economica. Così però si rischiano disservizi un boomerang operativo che rischia di produrre un aumento dei costi.
Voi siete stati coinvolti in qualche modo come protagonisti della sanità nell’elaborazione del piano?