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La ricchezza svizzera? Non solo banche, orologi e cioccolata

Insieme i tre stereotipi non costituiscono neppure il 10% del PIL della Svizzera. L’industria chimico-farmaceutica è uno dei motori trainanti dell’economia elvetica.

Banche, orologi, cioccolato sono i tre luoghi comuni strettamente legati alla Svizzera. E all’estero si è spesso convinti che la finanza sia il settore trainante dell’economia della Confederazione. Niente di più falso. Insieme i tre stereotipi non costituiscono neppure il 10% del PIL della Svizzera. Cosa rende ricco questo Paese?

TV Svizzera italiana – 26 novembre 2023 – Riccardo Francciolli

I servizi finanziari, che comprendono le banche e le assicurazioni, sono un settore ancora molto importante per l’economia elvetica. Nessuno lo nega. “Siamo famosi per le banche in tutto il mondo – ricorda Mario Jametti, professore di economia all’Università della Svizzera italiana – ma il loro peso specifico per l’economia svizzera si è decisamente ridotto negli ultimi anni. Ed è in continuo calo. Vedremo presto le conseguenze dell’acquisizione da parte di UBS di Credit Suisse. In particolare, cosa significherà per l’economia interna elvetica”.

Se le banche, che iconicamente simboleggiano una certa visione della ricchezza, non misurano il benessere di un Paese, cosa ci permette di capire se un Paese sia più o meno ricco?

“Un metodo riconosciuto un po’ ovunque dagli economisti per misurare la salute di un’economia e la ricchezza di un Paese – spiega il professor Mario Jametti – è considerare il suo prodotto interno lordo (PIL). Il PIL è il principale indicatore di salute di un sistema economico, dato che rappresenta la capacità del sistema stesso di produrre e vendere beni in un determinato tempo, normalmente un anno”.

Per calcolare il PIL ci sono diversi metodi. Ognuno dovrebbe teoricamente portare allo stesso risultato. Spesso non coincidono a causa delle approssimazioni fatte durante i vari calcoli.

La Confederazione, considerato unanimemente un Paese ricco, figura al 20esimo posto nella classifica stilata secondo la grandezza del PIL. L’Italia ‘bisticcia’ ogni anno con il Canada per occupare l’ottavo rango. Dominano ancora gli Stati Uniti davanti alla Cina.

Se il valore totale del PIL è in grado di misurare la ‘grandezza’ di un’economia, è con il PIL pro capite che possiamo misurare la vera ricchezza di un Paese. “È vero – chiarisce ancora Mario Jametti – i Paesi hanno dimensioni diverse per cui, generalmente, più il Paese è grande e più il suo PIL è alto. Il PIL pro capite, invece ci permette di fare un vero paragone tra i vari Paesi”.

La Svizzera, secondo i dati del Fondo monetario internazionale, figura sempre ai primissimi posti per PIL pro capite. L’Italia si barcamena tra il 25esimo e il 30esimo rango.

Quali sono i settori economici che contribuiscono maggiormente al PIL elvetico? Chi, detto in parole povere, fa ricca la Svizzera?

“Se consideriamo i settori di produzione – chiude Mario Jametti – a far ricca la Svizzera abbiamo ad esempio il trading di materie prime che contribuisce molto sul valore aggiunto, l’amministrazione pubblica, i servizi immobiliari, la farmaceutica e l’industria meccanica”.

Vediamo allora insieme quali settori trainano l’economia elvetica e come partecipano al PIL nazionale:

Industria chimico-farmaceutica

L’industria chimico-farmaceutica è uno dei motori trainanti dell’economia elvetica. Tutti conoscono Novartis, Hoffmann-La Roche, Sandoz. O ancora Syngenta, Givaudan e Estée Lauder. Queste sono solo alcune delle circa 1’000 aziende che conta il settore. La maggior parte di esse sono concentrate nell’area di Basilea, Zurigo, Zugo e nell’Arco lemanico.

La farmaceutica, con la chimica, contribuisce al PIL elvetico per il 6,9% e rappresenta il 48,5% delle esportazioni totali nel mondo: nel 2022 ha venduto all’estero prodotti svizzeri per un valore di circa 134 miliardi di franchi (ndr: 139 mld di euro). Nel settore oggi lavorano quasi 80’000 persone in Svizzera e altre 350’000 persone lavorano all’estero per un’azienda svizzera.

Le società Hoffmann-La Roche (fatturato 2022: 66 miliardi di franchi – 68,47 mld €) e Novartis (48 miliardi di franchi) sono annoverati tra i più grandi gruppi farmaceutici del mondo in termini di fatturato.

Anche in Italia il settore chimico farmaceutico ha la sua importanza che è cresciuta soprattutto grazie ai medicinali e vaccini contro il Covid-19. Oggi il settore vale poco meno del 2% del PIL nazionale. Negli ultimi 5 anni, il numero dei dipendenti è cresciuto del 12%, con 68’600 dipendenti. Secondo gli esperti questo comparto ha grandi margini di miglioramento.

(… l’articolo continua su TV Svizzera italiana)

 

Redazione Fedaisf

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