I vertici dell’azienda sono accusati di aver gonfiato i prezzi dei farmaci. Le Asl e le aziende universitarie hanno chiesto 87 milioni di risarcimento
FIRENZE — La Regione si è costituita parte civile nel processo per frode e riciclaggio che vede imputati sette manager della multinazionale del farmaco Menarini, compresi i figli del patron Alberto Aleotti, Lucia e Alberto Giovanni.
L’accusa mossa dalla procura è quella di aver gonfiato il prezzo dei principi attivi dei farmaci in modo da costituire un tesoretto di fondi neri da utilizzare a scopi privati.
Per questo il legale della Regione Alberto Bevacqua, che rappresenta anche le aziende ospedaliere universitarie di Siena, Firenze e Pisa, oltre al Meyer, ha chiesto un maxi risarcimento da 87 milioni di euro.
“In quest’aula – ha detto – è stata ricostruita dai pm l’origine dei grandi capitali, provenienti da fondi neri, che sono stati scudati per comprare yacht, aerei e garantire gli studi ai nipoti di Alberto Aleotti. E’ brutto pensare che quel denaro sia frutto di una frode sulle spalle dei malati”.
Da qui, il maxi risarcimento chiesto. Ottantasette milioni di euro così divisi: 57 milioni di danno patrimoniale e 30 per danno d’immagine.