«Tutto sembra essere fatto per complicare la vita alla gente» scrive la Olga. «Quando quattro sapientoni di amministratori si mettono attorno a un tàolo gh’è da tremàr. Bisognerebbe evitare che si incontrassero, bisognerebbe tenerli distanti, ognuno par cantón, magari ligàrli. L’ultima complicassión deriva da un accordo tra la Regione e le Poste. Visto che le Poste funzionano a dovere e brillano per efficienza e puntualità, quando partirà il nuovo servìssio, oltre alle lettere ci sarà il rischio che vengano perduti anche i medicinali che i pazienti ordineranno agli sportelli invece che farseli prescrivere dal loro medico. La novità infatti è questa: visto che le cóe alle Poste non sono già abbastanza lunghe, visto che per ritirare una raccomandata si perde un’intera mattinata, per complicare ancora di più la situazione è stato istituito lo "Sportello amico" dove si potranno prenotare visite specialistiche, pagare ticket sanitari, ritirare referti e ordinare i farmaci che poi ti verranno recapitati a domicilio».
«Ho cercato di farmi spiegare il nuovo dis-servìssio da un amico del mio Gino che lavora alle Poste il quale ha slargato i brassi. Poi ho cercato di farmelo spiegare dal mio farmacista che oltre a slargare i brassi, ha scorlato la testa e tirato un par de ostie. Non so dove l’abbia sentita, ma il mio Gino mi ha detto che alle Poste faranno anche le punture e che ci sarà uno sportello apposito, più basso degli altri, nel quale si infilerà il sedere. Spero che almeno ci sia un paravento e che a fare le punture sia un dotór o un infermier specializzato, non un postìn in esubero. Con le Poste che ti recapiteranno a casa le medicine, poi, la pràivasi andrà a farse ciavàr. Potrà capitare che, siccome le nuove generazioni di postini non fanno più le scale, l’utente-paziente sia avvisato a voce alta attraverso il citofono del genere di farmaco che, se scenderà in strada, potrà ritirare. E così tutto il vicinato saprà di cosa soffre il tale o la tale e ci sarà il passaparola. Il mio Gino mi ha detto che i veciòti del bareto che prendono il viagra, e quasi tutti all’insaputa delle moiér che ne godono i benefici, sono preoccupati. Metti che il postìn sìghi al citofono il nome del prodotto o, se dotato di un po’ di discressión e di spirito, urli "Signor Arturo, è arivà el tonico par el sarsàcolo", vuto che la gente non mormori?».
28/05/2011 –