In questi giorni sono rimasto molto colpito dall’articolo apparso su Venerdì di Repubblica pubblicato in data odierna da molti siti del nostro settore.
Non so quanti colleghi abbiano letto con attenzione l’articolo in questione che rappresenta un vero atto di accusa verso Big Pharma. Come non essere felici per il fatto che ora anche il grande pubblico che legge il primo o secondo giornale italiano (Repubblica si batte il primato settimanale di lettori con il Corriere della Sera alternando la prima posizione alla seconda a seconda delle settimane) finalmente conosce un mondo ai più sconosciuto ed impenetrabile.
La mattanza degli isf iniziata 3 anni fa e che continua giornalmente ha trovato finalmente una sua vetrina anche nel mondo della gente comune. Ora in molti sanno quello che da anni noi informatori scientifici sappiamo ed ingoiamo giornalmente. Sta finalmente venendo a galla tutto quello che Big Pharma ha da sempre cercato di nascondere e minimizzare. Finalmente si vede il vero volto di un settore.
Non voglio ripetere i concetti esposti nell’articolo. I giornalisti che hanno scritto questo articolo hanno fotografato in maniera precisa il nostro settore. Hanno dato notizie bomba, che solo pochi colleghi conoscevano, svelando retroscena impensabili ai più.
La caduta di questo velo che finora ha ammantato il nostro settore, speriamo dia seguito a modifiche importanti alle politiche aziendali e a quelle della nostra categoria.
E’ un forte segnale anche per la nostra categoria e per quelli che giornalmente hanno singolarmente lottato contro un certo modo di fare imprenditoria.
Per i colleghi che da sempre si occupano del settore farmaceutico dedicando energie, tempo e passione tutto quello descritto nell’articolo in questione è roba vecchia, ma fa comunque piacere sapere che in molti ora conoscano e sappiano. Per quei colleghi invece che si auto flagellano e si auto commiserano, penso che questo articolo dia una nuova forza, la convinzione che la lotta contro una arroganza imprenditoriale cieca e bieca sia possibile e da farsi.
Per le organizzazioni associative che da sempre hanno cercato di aggregare la categoria, di dargli forza e dignità trovano in quanto scritto in questo articolo un ulteriore stimolo a fare bene e a far presto nel costruire questa nuova realtà associativa degli isf che tutti vorrebbero e che molti auspicano.
Una cosa è importante. Non bisogna perdere la fiducia. La perseveranza può dare alla lunga risultati insperati.
Diamoci sotto e grazie ancora a tutti quei colleghi che in ambito sindacale, associativo e giornalistico stanno lavorando per un nuovo futuro dell’isf.
Leandro Puliti
23.04.2010