La Corte Costituzionale sul Jobs Act: «Urgente la riforma dei licenziamenti»

Un ulteriore protrarsi dell’inerzia legislativa non sarebbe tollerabile e la indurrebbe, ove nuovamente investita, a provvedere direttamente

Il nuovo pronunciamento dopo le due sentenze del 2018 e 2020: riformare la disciplina “è indifferibile”. De Palma, Fiom: “Si metta fine al far west aperto da quella legge nel mondo del lavoro”

Collettiva – 22 luglio 2022

La disciplina dei licenziamenti contenuta nel Jobs Act va riformata al più presto. Questo il senso del pronunciamento della Corte Costituzionale, nella sentenza diffusa oggi.

In particolare, scrive la Consulta, è “indifferibile” la riforma della disciplina dei licenziamenti. Si tratta di una “materia di importanza essenziale per la sua connessione con i diritti della persona del lavoratore e per le sue ripercussioni sul sistema economico complessivo”. La Corte rileva che “un’indennità costretta entro l’esiguo divario tra un minimo di tre e un massimo di sei mensilità vanifica l’esigenza di adeguarne l’importo alla specificità di ogni singola vicenda” e non rappresenta un rimedio “congruo e coerente” con i requisiti di “adeguatezza e dissuasività”. Requisiti che furono già affermati in due sentenze, una del 2018 e l’altra del 2020.

“La sentenza della Corte Costituzionale, dopo le due pronunce del 2018 e del 2020, impone di sanare la ferita determinata dal far west aperto dal Jobs Act nel mondo del lavoro. In un momento di grande instabilità economica e sociale, riteniamo necessario ripristinare la certezza del diritto per le lavoratrici e i lavoratori e la civiltà giuridica del nostro Paese”. Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil.

Corte Costituzionale Sentenza 183 del 2022


Nota:

Per l’indennità al lavoratore per l’ingiusto licenziamento, la Corte osserva che «Il limitato scarto tra il minimo e il massimo determinati dalla legge conferisce un rilievo preponderante, se non esclusivo, al numero dei dipendenti».

Tale criterio, «in un quadro dominato dall’incessante evoluzione della tecnologia e dalla trasformazione dei processi produttivi», non è indicativo della effettiva forza economica del datore di lavoro e non offre neppure elementi significativi per determinare l’ammontare dell’indennità secondo le peculiarità di ogni singola vicenda.

Tuttavia, spetta alla valutazione discrezionale del legislatore la scelta delle soluzioni più appropriate per garantire tutele adeguate. Di qui l’urgenza di una riforma, sollecitata dalla Corte.

Lo stesso Tribunale di Roma prefigura molteplici soluzioni per porre rimedio ai profili di contrasto con la Costituzione. Soluzioni che spaziano dalla ridefinizione di un criterio distintivo, incentrato sul numero degli occupati, all’eliminazione del regime speciale e alla ridefinizione delle soglie.


Sentenza 2018

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