Cari colleghi, non avevo fatto in tempo a rispondere al collega che voleva approfondire la tematica degli archivi medici e delle visite degli isf, che come di incanto ecco pubblicato su Pharmakronos del 22 marzo 2011 un articolo dal titolo “Dompé, Msd e Almirall, archivi ok “.
Già in passato il dottor Giannetti di Pharmasoft Consulting Srl, legale rappresentante dell’azienda certificatrice a livello nazionale ed europeo aveva con una sua lettera chiarito alcuni punti relativi a tale argomento.
Mi ritrovo perciò con un certo stupore a distanza di qualche giorno a constatare che tale argomento oltre a solleticare l’attenzione di noi isf, deve in qualche modo interessare anche le aziende farmaceutiche che hanno deciso di dare un loro segnale.
Quello che mi lascia perplesso e penso lascerà perplesso anche molti altri lettori è il fatto che nonostante tutte le evidenze, anche conosciute dall’Aifa, dal Ministero della Salute, dai Medici e dalle Regioni, nessuno muova un dito per gridare allo scandalo. Tutto normale. Con grande disinvoltura si indicano numeri aberranti di visite ai medici ben superiori a quelle previste dalle normative italiane, europee e regionali e nessuno apre una inchiesta di controllo o chiede ragguagli. Tutto tace, ed ecco oggi la ciliegina sulla torta.
Ben 3 aziende nel panorama dell’industria farmaceutica italiana che ne conta ben più di 200 sono ok con i loro schedari. Bene, benissimo ed il resto ? Cosa è mancia ?
Siamo come sempre alle solite menate italiane, ci si preoccupa di gettare fumo negli occhi, ci si rassicura che è stata verificata la piena liceità e correttezza nel trattamento dei dati così come disposto dal d.lgs.196/03, utilizzando le informazioni limitatamente ai dati indispensabili per il perseguimento delle finalità per la quale sono stati raccolti e tutto va come prima e meglio di prima.
Ma insomma, ci avete preso per degli imbecilli completi ?
Perché nessun papaverone farmaindustriale si è degnato di negare queste cifre assurde ? Semplice perché grazie ad un sistema farraginoso e forse anche “distratto”, quanto sta accadendo viene ritenuto come una normalità.
Quello che è diventato una pura e mera spinta commerciale sul farmaco, viene dipinto come un normale modo di lavorare, come se i medici avessero bisogno quotidianamente di sentirsi ricordare i nome dei farmaci in modo ossessivo, perché prescrittori. E’ una posizione strana. Se fossi medico e leggessi quanto sopra sarei come minimo offeso per questa visione commerciale delle aziende farmaceutiche, ma purtroppo è talmente oramai il caos a regnare sovrano che in pochi si soffermano a certi pensieri.
Comunque tanto per terminare, insomma qualcuno a livel