E’ di questi giorni la notizia pubblicata da tre prestigiosi quotidiani economici
( The Financial Times online – International Herald Tribune e The Wall Street Journal online ) che i governi europei per ridurre il deficit hanno deciso di tagliare sulla farmaceutica.
" I governi europei, per ridurre il deficit finanziario, puntano a tagliare sulla farmaceutica. La Spagna taglierà il 7,5% del prezzo sui farmaci coperti da brevetto e il 25% sui generici. In Germania il Ministero della Salute ha proposto tagli nell’ordine del 10% e il blocco di ogni aumento fino al 2013. La Grecia riduce del 20-27% il prezzo sui farmaci branded e del 30% quello dei generici. I tagli in Italia sono del 12,5% sui generici, mentre l’Irlanda arriva al 40%. Dopo il taglio del 5% sui branded, in Uk si punta a spostare la scelta sui generici e a rimborsare i farmaci in base all’efficacia. Quest’ultima strategia scelta anche in Francia. La Danimarca, in accordo con le aziende farmaceutiche, taglia sui farmaci ospedalieri e la Svezia, con procedura simile, conta di risparmiare circa 200 mln di euro in 3 anni. Il mercato dei farmaci in Ue, secondo valori del 2007, vale 535 mld di euro. "
Tutto ciò mentre Big Pharma ,come si apprende sui siti web, anziché elaborare strategie a medio e lungo termine affinando la ricerca di nuovi farmaci e rivedendo politiche speculative , provvede ad effettuare "pulizie in casa". Pulizie che sembrano aver addirittura colpito il presidente nazionale Federisf ,evidentemente reo assieme al gruppo dirigente di tale struttura associativa di adoperarsi e lottare per il rispetto delle regole sulla informazione scientifica e propositore di alternative non gradite ad una parte dell’industria farmaceutica. E’ certamente singolare vedere un simile comportamento. Mentre la nave affonda ed imbarca acqua per colpa di scelte improvvide e di cattivi capitani (manager) ,c’è chi pensa a togliersi i sassolini dalle scarpe, pensando ingiustamente così di risolvere i propri problemi.
Il problema invece palesemente è un altro. L’industria farmaceutica dopo anni di dissennate politiche di marketing arrembante è oramai alla frutta. Al farmaco non viene più riconosciuto quel ruolo fondamentale che per anni lo ha caratterizzato. Oramai anche la persona più umile e meno interessata a certi giochini è pienamente cosciente che l’industria farmaceutica è solo una macchina per far soldi e per speculare sulle disgrazie di chi sta veramente male. I vari scandali che hanno condito questi anni dal 1980 in poi hanno fatto progressivamente degenerare un settore. Il management, incapace di prevedere e gestire politiche a lungo termine si è gettato famelico su di un mercato enorme guadagnando in pochi anni quello che avrebbe raccolto in qualche decennio.
Insomma è successo quello che non avrebbe dovuto mai accadere.
Quale futuro aspetterà l’industria farmaceutica e che ci lavora ? Bella domanda a cui è difficilissimo rispondere.
Bè se si continuerà ancora così ,come alcune aziende stanno tentando anche con metodiche di basso spessore (vedi la notizia astra zeneca e del call center che chiama i medici per il nexium), non si andrà molto lontano. Il farmaco diverrà un prodotto "comune" e sarà assoggettato alle regole del mercato riducendo fortemente i profitti ottenibili e le a